Fuma un trentino su 4 Prima sigaretta, l’età si abbassa a 11-13 anni
Ieri la giornata senza tabacco. La Lilt: «Aumentano le donne fumatrici». Supporto gratuito a chi decide di smettere
TRENTO. Se nessuno fumasse, il cancro ai polmoni sarebbe una malattia quasi inesistente e si ridurrebbe di gran lunga anche l'incidenza di tumori a cavità orale, faringe ed esofago. Lo dice la Lilt, la Lega italiana contro i tumori, in occasione della giornata mondiale senza tabacco 2018. Ieri anche a Trento la Lilt ha organizzato un gazebo tra via Oss Mazzurana e via Oriola per sensibilizzare sui danni del fumo e sulle possibilità che ci sono per riuscire a smettere: al gazebo si sono alternati volontari ed esperti e nel pomeriggio anche i giovani della Dolomiti Energia sono scesi in campo per le vie del centro.
In Italia un italiano su quattro è fumatore attivo (pari al 25% della popolazione), con un consumo medio giornaliero di circa dodici sigarette.
Nel nostro Paese il fumo è responsabile del 30% delle morti per tumore e aumenta comunque del 65% il rischio di contrarre un cancro polmonare, patologia che ha come causa scatenante il fumo in oltre l'80% di questi casi. Il Trentino non si discosta dal trend nazionale. Cresce il numero degli uomini che scelgono di smettere di fumare e, parallelamente, quello delle donne che consumano sigarette. Dato allarmante: si abbassa sempre di più l'età in cui si comincia a fumare. “La fascia 11-13 anni, quella delle scuole medie, è pericolosamente interessata dal fenomeno- spiegano i volontari Lilt- per questo la nostra associazione mette in campo delle campagne di informazione rivolte già alle ultime classi delle scuole elementari. Cerchiamo di far capire, utilizzando un linguaggio adatto all'età dei ragazzini con cui ci interfacciamo, che il fumo è un vero e proprio killer silenzioso: sono oltre 4 mila le sostanze cancerogene contenute in una sigaretta che, passando attraverso i polmoni raggiungo il sangue e da lì si espandono a cellule e tessuti. Tutto questo causa un'infiammazione cronica che fa mutare il dna e provoca una serie di malattie. Nonostante l'informazione però, la principale fonte di convinzione resta sempre l'esempio: tocca a genitori, familiari, amici, persone ritenute importanti dai ragazzi, dimostrare quanto sia importante fare scelte responsabili per la propria salute”.
Pur essendo dannoso per entrambi i sessi, sono le donne a subire maggiormente gli effetti nocivi delle sigarette: rischiano infatti di morire d'infarto ben 14 anni prima delle non fumatrici.
Incalcolabili i rischi del fumo in gravidanza, che può portare danni cognitivi e di natura fisica al feto, parto prematuro e complicanze che possono arrivare fino alla mortalità. Lilt, oltre alle campagne di informazione, offre anche un servizio di supporto psicologico gratuito per chi decidesse di voler smettere di fumare, affiancando la persona e supportando le sue motivazioni. Sono ancora molti i miti da sfatare quando si parla di tabacco, in primis l'idea che il fumo passivo sia meno dannoso.
E' la stessa Organizzazione mondiale della sanità a mettere in guardia contro il pericolo di cadere in questa falsa credenza, affermando che “la quantità di sostanze tossiche contenute nel fumo passivo è pari, ed a volte più elevata, di quella presente nel fumo che si aspira direttamente dalla sigaretta”.
Altro deterrente che impedisce a molte persone di abbandonare il tabagismo è la paura di prendere peso. “Quando si smette di fumare- spiega il dottor Carlo Pedrolli, dietista - può esserci un aumento del peso. Questo non è una diretta conseguenza dell'abbandono della sigaretta, ma succede nel momento in cui il soggetto non modifica il proprio stile di vita, per esempio aumentando l'attività fisica, e mangiando meno e in maniera bilanciata. L'aumento di peso non è quindi dovuto a cause metaboliche, ma ad un maggiore consumo di cibo, utilizzato come auto-gratificazione in sostituzione della sigaretta. Ad ogni modo, per la salute della persona, è preferibile un temporaneo aumento di peso, al reiterato uso del tabacco”.
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