Fondi riservati, ecco i soldi «fantasma»
Per le cariche istituzionali trentine 75 mila euro senza rendicontazione
TRENTO. «Sprechi» e «trasparenza». Facessimo la graduatoria del vocabolario politico usato sulla stampa locale e nazionale in questi ultimi convulsi tempi i due sostantivi staccherebbero di gran lunga tutti gli altri. Sugli sprechi la Provincia di Trento da tempo sta lavorando. Non è per essere generosi con la classe politica locale, ma le spese catalogabili come «totalmente inutili» in Trentino non sono poi molte. Certo, da limare, tagliare, contenere c'è sempre qualcosa, ma di esempi ben più deteriori è piena l'Italia.
Con l'abolizione dei vitalizi e il contenimento delle spese di funzionamento dell'aula i consiglieri provinciali hanno fatto molti passi avanti. La giunta di Lorenzo Dellai, poi, si appresta a tagliare del 10% le spese di gestione della macchina amministrativa a cominciare (come scritto ieri dal Trentino) dalla miriade di comitati e nuclei vari di cui si serve Piazza Dante.
Ebbene, se sugli sprechi i lavori sono in corso, in tema di trasparenza il Trentino (e l'Italia in genere) sconta un grave ritardo rispetto a molti paesi vicini, come Germania o Inghilterra o più lontani come gli Stati Uniti. Come hanno scritto ieri sul «Corriere» Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo «se un americano vuole vedere se "quel" deputato che si batte per la ricerca farmaceutica ha avuto finanziamenti o commesse da un'azienda di prodotti farmaceutici va su internet e trova tutto. Se un tedesco vuol sapere se "quel" deputato ha guadagnato dei soldi fuori dal Parlamento e in che modo va su internet e trova tutto. Se un inglese vuole conoscere i nomi di chi quel giorno ha viaggiato su quel volo blu o quanto spendono a Buckingham Palace per le bottiglie di vino va su internet e trova tutto».
In Italia è molto più complicato e in Trentino non va tanto meglio. Se le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri provinciali sono pubblicate una volta l'anno sul bollettino ufficiale, molto più complesso è accedere - ad esempio - alle notizie sui rimborsi chilometrici percepiti dai politici provinciali, gelosamente custoditi negli uffici di Palazzo Trentini.
Ma il vero tallone d'Achille - per una politica trentina che voglia e sappia dimostrarsi ancora più trasparente degli altri - si chiamano «fondi riservati». Sono soldi «fantasma» nel senso che esistono ma nessuno sa come vengono spesi. Per i beneficiari non esiste obbligo di rendicontazione e nemmeno di destinazione, nel senso che possono essere utilizzati liberamente. Sta al senso civico del politico, poi, farne un uso coerente con le funzioni svolte. Il presidente della Provincia di Trento può attingere ad un fondo riservato pari a circa 40 mila euro.
Il fondo riservato del presidente del consiglio regionale ammonta invece a 30 mila euro l'anno mentre quello del presidente del consiglio provinciale arriva a 5 mila euro. Nessuno nutre dubbi (né questo articolo intende sollevarli) sul buon uso di quei denari, il fatto è che - essendo soldi pubblici - sarebbe buona norma sapere come vengono spesi, tutto qui. La pensa così anche il Pd del Trentino che, su questo punto specifico, sta preparando una norma ad hoc con l'obiettivo di eliminare ogni segretezza anche su questi fondi «fantasma».