Fattura elettronica, avvio nel caos
Problemi con il sistema di interscambio e per le mancate ricevute. Peterlana: «Oggi ho perso un’ora per 4 documenti»
TRENTO. Doveva essere, e probabilmente lo sarà in futuro, la rivoluzione per le partite Iva. Ma per il momento è fonte di grandi grattacapi. La fattura elettronica è partita con un mezzo flop.
Il blocco. Mercoledì 2 gennaio, primo giorno di entrata in vigore della novità, il portale dell’Agenzia delle Entrate era bloccato tanto che i vari operatori che hanno cercato di depositare fatture dei clienti si sono trovati di fronte alla beffarda scritta: «Sistema non disponibile». E così è andata avanti per alcune ore. Per non parlare dei tanti che non si sono ancora organizzati e non sanno come fare.
Mancate ricevute. Il giorno successivo, le cose sono migliorate, ma comunque il sistema Sdi, ovvero il sistema di interscambio con il cliente delle fatture, in alcuni casi non ha consegnato la ricevuta di avvenuto recapito ed è tornato a bloccarsi. Ci sono stati anche casi errori di intestazione delle fatture con il sistema centralizzato dell’Agenzia che assegnava la partita Iva un po’ a caso. Per alcuni operatori che in questi mesi sono impegnati ventre a terra su questo progetto, sembra si tratti di ostacoli superabili, ma professionisti e esercenti sono furiosi.
Ritardi e proteste. Massimiliano Peterlana, vicepresidente della Confesercenti Trento, ha un diavolo per capello: «Sono arrabbiatissimo. Questo è un sistema farraginoso e complicato che ci fa perdere tempo e denaro. Io oggi ho fatto quattro fatture e ho perso un quarto d’ora ognuna, senza esagerare, per inviarle. Prima non riuscivo a collegarmi, poi c’era sempre qualcosa che non andava. E’ un disservizio inaccettabile. Questo tempo chi me lo paga? Senza contare, poi, che tutte le mie fatture anche quelle dei giorni scorsi, sono in attesa di essere lavorate. Come sempre hanno costruito un sistema pensato da qualche burocrate senza il confronto con le varie categorie. Un sistema che ci fa perdere tempo e denaro. Noi ci appoggiamo al caf della Confesercenti e ogni fattura costa tra i 30 e 40 centesimi, ma c’è poi il tempo per compilarle. Un mio amico che lavora con le aziende ogni giorno fa dalle 170 alle 200 fatture. Ha dovuto prendere una persona part-time per fare le fatture. Così spende 30 mila euro all’anno. E’ una follia. Io chiedo che lo Stato ci restituisca in qualche modo questi soldi».
La difesa. L’Agenzia delle Entrate si è difesa con una nota ricordando l’enorme mole di dati che il portale ha dovuto analizzare, ma anche ammettendo che nel 3% dei casi la ricevuta non è stata consegnata: «A partire dal primo gennaio 2019, sul sistema di interscambio (Sdi) sono già transitate, a livello nazionale, quasi un milione e mezzo di fatture elettroniche senza che il partner tecnologico Sogei abbia rilevato alcun problema tecnico o rallentamenti. Per il 97% dei documenti inviati è stata già resa disponibile la ricevuta dell’invio prima degli ordinari 5 giorni previsti dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate». Ma il presidente del sindacato nazionale dei commercialisti (Anc) Marco Cuchel non è d’accordo: «Tenendo conto delle segnalazioni di disservizi che ci giungono dai professionisti, purtroppo, le rassicurazioni dell’Agenzia non sembrano corrispondere alla realtà». Ieri alcuni parlamentari hanno chiesto a gran voce le dimissioni del direttore nazionale dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore.
Gli operatori. Marco Fontanari di Servimprese, caf della Confcommercio Trento è ottimista«C’è stata qualche mancata ricevuta delle fatture inviate, ma visti i numeri totali si tratta di poca cosa, ma io sono dell’opinione che, quando entrerà a regime, la fattura elettronica sarà una grande comodità. Del resto la nostra Seac, società che serve circa 100 mila aziende in tutta Italia, il primo giorno ha processato tra le 70 e le 80 mila fatture e solo oggi (ieri per chi legge) ha “lavorato” 24 mila fatture in emissione e 36 mila in ricezione e non è qualche caso isolato che può far dire che il sistema non va». Il direttore della Seac, Franco Cova, spiega che ci si deve affidare operatori seri e con programmi a lunga scadenza: «Il costo della fattura elettronica varia molto in considerazione del servizio di cui si usufruisce. Si va dai 40 o 50 centesimi per la sola emissione a salire. Ci sono pacchetti che tengono conto dell’attivazione e delle prime fatture e anche della conservazione per 10 anni e dell’assistenza. In questo caso il costo sale, ma il consiglio è di tenere conto che questi documenti vanno conservati a lungo. Quindi vale la pena affidarsi a un partner con un progetto, una struttura e prospettive».