Farmacisti rurali contro la Provincia
Presentato il ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del bando e della graduatoria per i nuovi «punti vendita»
TRENTO. Per come ha fatto i conti la Provincia, può sognarsi di vedersi assegnata una delle farmacie comprese nel bando del giugno 2014. Per come - secondo gli avvocati Degaudenz e Dal Rì che lo supportano nel ricorso al Tar - si sarebbero dovuti fare i conti, la stessa persona sarebbe al primo posto. E quindi potrebbe scegliere la sede che più gli aggrada.
Questa la situazione in cui si trova il farmacista che ha presentato il ricorso ma che con ogni probabilità sarà seguito da altri colleghi che si sono visti assegnare nella graduatoria, posti molto lontani dal podio. E quindi impossibilitati a pensare di poter «prendere» una delle 16 farmacie comprese nel bando. E lui è uno dei farmacisti rurali che si è messo in gioco con queste nuove possibili aperture. E il suo essere farmacista rurale è anche il punto centrale del ricorso. Perché? Perché sarebbero proprio i punti in più cui avrebbe diritto per aver esercitato l’attività di farmacista in comuni piccoli (il discrimine sono i 5 mila abitanti) che sarebbero discriminanti.
La Provincia aveva indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per la formazione di una graduatoria di farmacisti idonei da utilizzare poi per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche. Sedi anche «ambite». Sei sono a Trento (fra queste quella delle Albere, quella dell’Oltrefersina, di Povo, di Mattarello, dei Solteri) una a Rovereto (Noriglio), una a Riva, un’altra a Pergine e Poi Mori, Mezzolombardo, Mezzocorona, Cles, Ledro, Ala ed Arco. Il bando prevedeva l’assegnazione di un punteggio anche per gli anni in cui si era svolto l’attività di farmacista (o di collaboratore in farmacia) e l’applicazione ai «rurali» di una maggiorazione del 40 per cento sul punteggio assegnato per l’«anzianità» fino ad un massimo di 6.5 punti. Solo che la Provincia ha previsto nel bando, che in caso di gestione associata, ci fosse un tetto massimo. Ed è questo che, secondo gli avvocati non va bene. E portano a sostegno della loro tesi, la sentenza del Consiglio di Stato contro il bando presentato dalla regione Sardegna. Consiglio di stato che ha dato ragione ai farmacisti rurali.
Intanto è stata pubblicata anche la «classifica» dei farmacisti dichiarati idonei. E nei primissimi posti ci sono professionisti siciliani, umbri, campani. Evidentemente le nuove aperture sono appetibili anche fuori provincia. E una delle sedi, quella dell’Oltrefersina, è stata assegnata ad un farmacista siriano in virtù di una legge speciale che era stata oggetto di ricorsi.
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