Farmaci, i privati sostengono la ricerca
Lotta all’Alzheimer e progetto sul genoma del Cibio: la biomedicina cresce anche grazie al 5 per mille
TRENTO. La società civile trentina sostiene la ricerca dell’Università nel settore biomedico, puntando sulla lotta all’Alzheimer, su nuovi farmaci antitumorali e sulla correzione genomica promossa dal Cibio. L’Università di Trento ha presentato la campagna fundraising 2017-2021, sul modello partecipativo collaudato in tante realtà. Paolo Collini, rettore dell’Università, valuta positivamente il contributo dei privati: «La modalità tipicamente europea del sostegno quasi interamente pubblico alla ricerca può essere integrata con altre iniziative, come le donazioni e il 5 per mille». Tra le realtà associative che si sono attivate, c’è l’Associazione albergatori, che vuole omaggiare la memoria dello scomparso presidente Luca Libardi. Gianni Battaiola, presidente Asat, descrive l’impegno: «Una visita ai laboratori Cibio ci ha aperto gli occhi sulle eccellenze tecnologiche che il Trentino offre. Sosteniamo la ricerca contro le leucemie portata avanti dall’unità del professor Macchi». Un’altra iniziativa sarà tutta al femminile: l’associazione Domna sosterrà la ricerca della professoressa Cereseto del Cibio, per commemorare la memoria della socia Clara Fresca Fantoni. Antonella Chiusole, presidente Domna, definisce l’iniziativa: «Sosterremo con 6mila euro la ricerca per il correttore genomico. Lo facciamo in memoria di una donna, Chiara, di grandi valori». Anche la concessionaria Alpin di Ravina farà la sua parte nel sostenere i laboratori. Christian Dallavalle, amministratore Alpin, descrive: «Doneremo 3 euro per ogni additivo benzina o diesel venduto. Abbiamo 6mila ingressi l'anno e vogliamo coinvolgere i nostri clienti nel sostegno alla ricerca sul correttore genomico». Sono due i progetti di ricerca che puntano sul contributo del 5 per mille, da devolvere all’Università di Trento al momento della dichiarazione dei redditi. Uno è quello della professoressa Ines Mancini del dipartimento di Fisica: «Puntiamo all'utilizzo farmaceutico di sostanze biologicamente attive provenienti dal mondo naturale, in particolare alle molecole isolate all’interno delle spugne marine, che producono queste sostanze per proteggersi; opportunamente modificate potranno essere utilizzate per lo sviluppo di farmaci antitumorali». Il professor Carlo Miniussi, del Centro Mente-Cervello, propone uno studio teso a migliorare la qualità della vita dei malati di Alzheimer: «L'aumento dell'aspettativa di vita porta a una maggiore diffusione di questa malattia. Attraverso la stimolazione magnetica transcranica possiamo riattivare le cellule neuronali in maniera non invasiva». Il rettore Collini annuncia che questi progetti saranno attivi già dal prossimo autunno. (f.p.)