Ex Italcementi, spunta l’idea del polo fieristico
Dopo lo stop al polo scolastico, va cercato uno spazio per Trento Fiere Biasioli: un parcheggio alla Motorizzazione e una passerella verso via Verdi
TRENTO. Cassato il polo dell’information technology, e archiviato - per mancanza di soldi - anche il trasferimento del polo scolastico tecnico dal comparto di via Brigata Acqui, per l’ex Italcementi ora spunta una nuova ipotesi: il polo fieristico.
Non è ancora un progetto condiviso, ma in Comune è questa la funzione pubblica di cui oggi si parla per i 7 ettari di Piedicastello improvvisamente rimasti senza un’ipotesi di destinazione.
Il trasloco di Iti Buonarroti e Istituto per geometri doveva essere il perno attorno a cui costruire il nuovo quartiere. Ma la manovra di bilancio 2015 della Provincia ha certificato che per questa operazione non ci sono risorse. E il sindaco di Trento Alessandro Andreatta si è affrettato a chiarire che per lui si tratta di un capitolo chiuso, e del resto la scelta di portare lì le scuole tecniche era stata fin dall’inizio una scelta dell’allora governatore Lorenzo Dellai che il Comune aveva sostanzialmente subito. Lo stesso sindaco ha anche ricordato che sull’Italcementi non si riparte da zero, c’è una previsione del piano regolatore che prevede residenze, verde, servizi, spazi commerciali. e una funzione di valenza provinciale ancora da individuare.
Ed è proprio su quella funzione che oggi si concentra l’attenzione tra Piazza Dante e palazzo Thun. In tempi di bilanci in calo non si tratta di studiare ipotesi che non avrebbero poi risorse per essere realizzate, ma di evitare che Piedicastello si trasformi per anni in una terra di nessuno, un altro esempio mancato di riqualificazione di spazi industriali.
Ecco allora che in Comune si ragiona in base alle ultime scelte annunciate sullo scacchiere cittadino. Una su tutte: con la nuova biblioteca universitaria in costruzione nel quartiere delle Albere, la nuova prospettiva è che l’area del polo espositivo di Trento Fiere venga ceduta all’Università per farne un collegamento tra le facoltà cittadine e la biblioteca: in via Briamasco troverebbero posto sale studio, una mensa, i servizi dell’Opera universitaria, l’asilo nido per i dipendenti dell’ateneo. Una piccola parte degli spazi diventerebbe a disposizione del vicino Muse.
Nell’operazione la città perderebbe però il proprio polo fieristico. A palazzo Thun nessuno, soprattutto di questi tempi, immagina grandi opere, anche perché tutti danno per assodato che Riva resti il primo polo fieristico del Trentino. Ma si fa notare però che Trento non può restare senza uno spazio per alcune fiere e grandi eventi, dalla Fiera di San Giuseppe alle fiere sulla casa, gli sposi, il legno, il consumo sostenibile. Quello spazio che potrebbe trovare casa all’Italcementi, una funzione che ben si concilierebbe con le funzioni culturali attorno, dalle Gallerie di Piedicastello al Muse e al palazzo delle Albere sull’altra sponda dell’Adige.
Il vicesindaco e assessore all’urbanistica Paolo Biasioli per ora si limita a ricordare che «non si può lasciare quell’area a se stessa». «Ci sono cose che si possono fare in tempi rapidi senza spese troppo onerose, un parcheggio a sud verso la Motorizzazione, recuperando a verde la parte nord (come chiede la circoscrizione, ndr) in attesa che possa esserci qualche investimento, magari anche con il concorso dei privati». Il tutto collegato con una passerella in asse con via Verdi, che renderebbe l’Italcementi un tutt’uno con il centro.
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