Energia, sentenza choc: Roma ci deve 9 milioni
Canoni di concessione, il Tribunale acque pubbliche dà torto al ministero. Si riapre lo scontro sulla centrale di San Floriano: Bolzano voleva gli utili
TRENTO. Si riapre lo scontro fra Trento e Bolzano sulla centrale idroelettrica di San Floriano di Egna, che negli anni scorsi tanto ha occupato le cronache. Il Tribunale regionale delle acque pubbliche presso la Corte d’appello di Venezia, con sentenza depositata il 14 febbraio scorso, ha infatti dato ragione al Trentino. Ed è vero che a soccombere non è stata la Provincia di Bolzano, bensì il Ministero dell’Economia e delle finanze, ma quest’ultimo ora si trova in sostanza a dover battere cassa a Palazzo Widmann per riavere indietro la somma indebitamente corrisposta agli altoatesini, e che ora si trova invece a dover restituire a Piazza Dante. Tanto che Roma ha ora impugnato la sentenza in secondo grado, davanti al Tribunale superiore delle acque pubbliche della capitale. Ed è una partita che vale complessivamente quasi 9 milioni di euro, al netto degli interessi legali. Che non sono poca cosa, visto che la questione risale addirittura agli anni Ottanta del secolo scorso. Si tratta del diritto dei proventi sulla titolarità dei canoni di concessione delle grandi derivazioni idroelettriche, che per Statuto sono in capo alle Province. Il problema, da sempre al centro delle polemiche, è che la centrale di San Floriano (una delle maggiori della regione) è sì in territorio altoatesino, ma il bacino di captazione con cui viene alimentata è invece interamente in territorio trentino, trattandosi dell’Avisio e del lago artificiale di Stramentizzo. E infatti oggetto di giudizio erano in particolare i canoni che l’Enel, allora concessionario dell’impianto “conteso”, aveva versato allo Stato e che quest’ultimo aveva poi girato a Bolzano invece che a Trento.
Di qui lo scontro tra le due Province, entrambe intenzionate a considerare propri i proventi. Un dissidio punteggiato da numerosi capitoli anche giudiziari, fino a tre anni fa. Quando in occasione di un protocollo d’intesa siglato in pompa magna dai governatori Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder si stabilì il riparto definitivo dei canoni: due terzi al Trentino e un terzo all’Alto Adige. Ma secondo l’accordo le due Province dovevano impegnarsi anche a fare marcia indietro sui tanti procedimenti giudiziari avviati. Ma così evidentemente non è stato, vista la recente sentenza veneziana. A cui seguirà quella di secondo grado, ma chissà quando: basti dire che il procedimento presso il Tribunale veneto risaliva al 2002. Tribunale che ora ha dichiarato estinta la causa dando appunto ragione a Trento, riconoscendogli la titolarità dei canoni di concessione nella misura addirittura integrale dei dieci decimi (e non nove). E qui è scattato il primo “risarcimento” generale, pari a 1 milione e 200 mila euro. Poi il secondo, di quasi 7 milioni e 700 mila euro, con riferimento all’impianto di San Floriano per il periodo che va dall’1 gennaio 1988 a tutto il 1998.
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