Edilizia, 284 posti lavori persi in tre anni

I dati delle liste di mobilità a fine 2013. Ferrari (Cgil): «Ci sono diverse altre aziende a rischio chiusura nei prossimi mesi»


di Marika Caumo


BASSA VALSUGANA. La notizia della richiesta di concordato preventivo liquidatorio da parte della Pasquazzo spa, nota industria edile della zona, è un ulteriore macigno per la situazione occupazionale valsuganotta. Una situazione che, per quanto riguarda le liste di mobilità, da due anni rimane pressoché stabile. E questo non è rassicurante, anzi.

«Certo il 2013 si mantiene in linea con le perdite del 2012, sta di fatto comunque che dal 2011 nel solo settore edile/costruzioni abbiamo perso 284 posti di lavoro, soprattutto molte persone tra i 45 e 55 anni, le fasce più deboli del mercato del lavoro», spiega Franco Libardi, responsabile del Centro per l'Impiego di Borgo. Che fornisce alcuni dati.

Nel 2011 nelle liste di mobilità c'erano 273 persone, di cui 59 provenienti dai settori edile-costruzioni mentre nel 2012 siamo arrivati ad avere 328 iscritti in lista, di cui gli edili erano 110, ovvero quasi il doppio. Oggi invece «abbiamo una lista di mobilità di 228 persone di cui 81 provengono dal settore edile/costruzioni o affini. Di questi, 62 sono disoccupati mentre gli altri 19 sono occupati con brevi rapporti a tempo determinato. Una piccola percentuale se pensiamo che fino a pochi anni fa questa era del 50%», prosegue Libardi. Un numero, questo 81, che in realtà è fuorviante in quanto bisogna tenere conto che dal 1 gennaio 2013 non tutti i lavoratori licenziati da tali settori accedono alle liste di mobilità, non avendo l'allora governo - tramite la riforma Fornero - prorogato la legge 236/93 (a cui accedono le maestranze di aziende con meno di 15 dipendenti), con la conseguenza che l’eventuale azienda che assume questi lavoratori non può beneficiare per loro di sgravi contributivi. Ciò significa che non ha nessun incentivo in più per assumere questi lavoratori in mobilità rispetto ad altri inseriti nelle liste di disoccupazioni. Dal Centro per l'Impiego hanno però monitorato anche i potenziali lavoratori che avrebbero avuto i requisiti per iscriversi alla lista di mobilità ai sensi della Legge 236/93: ebbene nel settore edile sarebbero stati 34. Persone che, per avere un quadro di raffronto con gli anni precedenti, vanno pertanto aggiunti agli 81, portando il numero totale a 115. In tal senso, sommando gli ultimi 3 anni, l'edilizia (dalle piccole aziende artigiane alle grosse imprese edili) in Valsugana ha lasciato a casa 284 persone.

«Il 2013 è cominciato con la speranza che la crisi del settore edilizio a livello provinciale fosse in ripresa. Invece l'anno è finito, siamo all'inizio del 2014 e stiamo assistendo ad una prosecuzione ancora più grave, con importanti ricadute negative sul territorio provinciale e nazionale» spiega Sandra Ferrari, delegata Fillea Cgil. La quale spiega che i prossimi mesi saranno decisivi per alcune aziende (tre o quattro), che vedranno scadere la cassa integrazione straordinaria. «A breve faremo le riunioni per vedere lo stato di salute di queste imprese, per verificare cioè se possono proseguire con l'attività in quanto si sono sbloccati appalti o sono arrivati nuovi lavori oppure, al contrario, se siamo di fronte ad esubero di personale», conclude la Ferrari.

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