Dramma a Rovereto: senza lavoro a 19 anni tenta il suicidio

ll giovane voleva tagliarsi la gola per la disperazione di non aver passato un corso, la polizia lo ha fatto desistere dai suoi propositi al termine di una lunga "trattativa" durata quasi un'ora



ROVERETO. La disperazione di un lavoro che non c'è. La notizia che non ha superato l'esame per accedere ad un corso che gli avrebbe permesso di trovare un'occupazione. Il mondo che gli crolla addosso e lo porta ad una scelta estrema: farla finita, suicidandosi con un coltello.

Ma per un giovane lagarino di 19 anni la salvezza si chiama polizia che lo ha fatto desistere dai suoi propositi al termine di una lunga "trattativa" durata quasi un'ora. Una vicenda drammatica, quella che ha visto come protagonista un giovane residente in un paesino della Vallagarina.

Che ha annunciato la sua volontà di farla finita telefonando al 113. E da quel momento al commissariato di via Sighele ha preso il via un delicato ed estenuante lavoro di convincimento finito bene: da una parte l'assistente capo Walter Huez al telefono, dall'altra l'ispetto capo Marcello Schiavo che ha convinto poi di persona il diciannovenne a gettare il coltello che si era puntato al collo.

Quaranta interminabili minuti: tanto è durata la "trattativa" tra la polizia e il giovane in preda alla disperazione. La chiamata al 113 è arrivata alle 19.20 di giovedì: dall'altra parte del telefono una voce agitata che annunciava il suicidio. «Non ho un lavoro, non ho superato l'esame: basta, voglio farla finita». Al commissariato Walter Huez capisce subito che non è uno scherzo, capisce la disperazione di che gli ha annunciato il suicidio.

Il poliziotto cerca di calmare il giovane, lo invita a riflettere sulla sua scelta, gli parla con tranquillità ma anche con fermezza cercando di far ragionare il suo interlocutore. I minuti trascorrono lentamente, la conversazione continua e tra i due ormai si arriva a stabilire un rapporto di fiducia tanto che l'agente al centralino riesce a farsi dire dal giovane dove si trova in quel momento: «Fermati lì, non muoverti che voglio venire a conoscerti» gli dice Huez. Nel frattempo al commissariato viene allerato l'ispettore Schiavo che parte immediatamente per andare a parlare con il giovane disperato. «Sono andato con la mia auto, vestito in borghese, proprio per evitare che si innervosisse alla vista della macchina della polizia» racconta Schiavo.

Arrivato nel luogo dell'appuntamento, un piazzale buoio a nord della città vicino alla ferrovia, l'ispettore si trova davanti il diciannovenne: con una mano tiene il telefonino e continua a conversare con il centralinista del commissariato, con l'altra mano si è porato un colello a serramanico al collo, con una lama lunga una decina di centimetri, pronto a tagliarsi la vena giugulare. «Quando mi ha visto si è messo ad urlare: "Fermo, non ti muovere altrimenti mi taglio la gola". Ho incominciato a parlargli della famiglia, di quell'esame andato male ma che avrebbe potuto rifare, delle prospettive della vita. Era agitato - racconta Schiavo - tremava e all'inizio non mi voleva rispondere. Poi, con calma, si è rilassato ed ha cominciato a parlare fino a che l'ho convinto a gettare il coltello a terra. Solo a quel punto, dopo aver recuperato il coltello, ho capito che la tragedia era stata evitata».

Un lungo e paziente lavoro di persuasione, di convincemento, "giocando" sulla psicologia e sull'esperienza, che ha dato i suoi frutti. Il giovane poi si è convinto a salire in macchina con il suo salvatore ed è stato accompagnato al commissaiato dove, ancora confuso ma più tranquillo, ha rispiegato che voleva suicidarsi perché gli era andato male l'esame di ammissione ad un corso per trovare un lavoro. In via Sighele in pochi minuti sono arrivati i genitori del diciannovenne che dopo aver abbracciato il figlio lo hanno accompagnato in ospedale per una visita dallo specialista. Nessun ricovero: il ragazzo è tornato a casa con i suoi. Una serata drammatica, ad alta tensione, quella vissuta dal commissariato di polizia, fortunatamente con un lieto finale anche se il giovane verrà segnalato alla procura della Repubblica per il possesso del coltello.

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