Divina lascia, Fugatti prepara il rientro
Il senatore chiude dopo 12 anni l’esperienza in parlamento. Il segretario si candiderà sul collegio della Valsugana
TRENTO. Dopo il tracollo del 2013, quando si era fermata al 4%, la Lega Nord sogna la riscossa alle politiche di marzo, anche se conquistare la maggioranza in parlamento - stando ai sondaggi - non sarà facile nemmeno per il centrodestra dato in pole position, e a quel punto Matteo Salvini potrebbe ritrovarsi a fare i conti con lo spauracchio delle «larghe intese» tra Forza Italia e Pd. I sondaggi danno il Carroccio attorno al 14%, due punti sotto Forza Italia, un’alleanza che candida il centrodestra (in coalizione anche con Fratelli d’Italia) ad essere la prima forza del Paese alle elezioni del prossimo marzo. «E se vale la regola che la Lega ottiene più collegi al Nord che al Sud», sorride Maurizio Fugatti, segretario della Lega trentina, in Trentino la ripartizione dei seggi nel centrodestra dovrebbe essere questa: 3 alla Lega, 2 a Forza Italia e uno a Fratelli d’Italia.
Chiuderà la sua esperienza parlamentare il senatore Sergio Divina, eletto per la prima volta a Palazzo Madama nel 2006, quindi confermato nel 2008 e nel 2013 quando entrò in parlamento come «miglior perdente». La rottura con il segretario Maurizio Fugatti è ormai datata e i due non ne fanno mistero. Se il senatore è pronto a dire addio al parlamento, chi è pronto a tornarci è il segretario Maurizio Fugatti, già deputato per due legislature prima di essere rieletto in consiglio provinciale nel 2013. A 45 anni può già vantare una «navetta» tra Provincia e parlamento. La Lega gli chiederà di candidarsi alla Camera nel collegio della Valsugana, tradizionalmente il più favorevole al centrodestra che se lo vide strappare a sorpresa cinque anni fa dal senatore Pd Giorgio Tonini. Ma Fugatti è intenzionato anche a guidare il listino della Lega sul proporzionale, dove la partita è aperta: cinque i posti a disposizione, in base ai risultati del 2013 due saranno appannaggio del centrosinistra (Svp-Patt o uno Svp e uno Pd) e tre delle opposizioni, uno dei Cinque Stelle, uno del centrodestra e il quinto si vedrà.
Certa la candidatura del segretario, anche la Lega - come tutti - dovrà questa volta garantire il 40% delle «quote rosa» previste dalla nuova legge elettorale: e dunque lo scenario ad oggi più probabile è che una donna venga schierata sul collegio di Trento (Bruna Giuliani, capogruppo in consiglio comunale) e un’altra al secondo posto nella lista proporzionale (i nomi in lizza sono Martina Loss, membro della Consulta, Stefania Segnana di Borgo e Giulia Zanotelli di Cles). In Vallagarina invece dovrebbe correre Diego Binelli, assessore a Pinzolo.
Sarà una campagna elettorale che la Lega dovrà giocare su due piani, il populismo di Salvini dentro l’alleanza con il rinato Berlusconi. Imbarazzo? «Un po’ Berlusconi ci imbarazza - ammette Fugatti - in particolare la sua campagna acquisti nei confronti di chi fino a oggi ha appoggiato i governi Renzi e Gentiloni non ci piace. Certo, nessuno pensava di rivederlo in campo a 81 anni, ma va detto che c’è una parte di italiani che da lui è rassicurata, e se vuoi vincere con questa legge elettorale servono accordi con chi c’è. Ha dimostrato di essere un cavallo di razza. E comunque la polemica tra Salvini e Berlusconi è dovuta alla gara interna per il primo posto nella coalizione, e quindi è normale che ognuno alzi l’asticella. Alla fine è una competizione che porta consensi, il centrodestra è dato al 36-37%, manca poco per trasferire questa percentuale in una maggioranza parlamentare».
Fugatti allontana qualsiasi ipotesi di un anomalo governo con i 5 Stelle nel caso dalle elezioni non uscisse una maggioranza: «Ci hanno sempre sbattuto la porta in faccia, poi a Roma danno i soldi a chi accoglie i migranti in casa. No, noi vogliamo un accordo vincolante per questo abbiamo proposto a Berlusconi di andare dal notaio».«E l’appello al voto utile - aggiunge - lo facciamo noi. Dove governiamo, in Lombardia, Veneto, Liguria, governiamo bene».