Disco verde per le trote del Sarca

Eliminato un gradone di cemento che impediva la risalita del fiume



DRO. Si sono conclusi i lavori effettuati dal Servizio Bacini montani sul fiume Sarca, all'altezza del ponte del Gobbo tra Pietramurata e Sarche. Si è trattato di un intervento finalizzato al recupero ecologico-ambientale del fiume nei pressi del ponte che prende il nome da un racconto antico, secondo il quale nel maso situato in prossimità del ponte viveva un gobbo, noto per la sua deformazione a tal punto da lasciare in eredità tale appellativo al caseggiato nel quale abitava e al ponte stesso.

Nella mappa catastale austroungarica di metà Ottocento il ponte è invece detto "del Mas del pascolo", a ricordo di un grande pascolo che nei secoli precedenti era stato strappato alle piene della Sarca attraverso una certosina opera di bonifica dell'antico corso del fiume. La memorabile piena del 17 settembre 1960 causò tra i suoi molteplici effetti il cedimento dell'argine sinistro nei pressi del ponte, tanto che per alcuni giorni la Sarca riconquistò il suo vecchio alveo, inondando le campagne di Pergolese e riversandosi nel lago di Cavedine.

A valle del ponte esiste da tempo un "gradino" di calcestruzzo, oggi in disuso, realizzato allo scopo di misurare le minori portate del fiume. Questo salto artificiale, alto circa 1 metro e 20 cm, risultava difficilmente superabile da parte di pesci quali la Trota Fario, molto ricercata dai pescatori sportivi e oggetto di regolari ripopolamenti, e lo Scazzone, pesciolino bentonico molto sensibile agli inquinamenti, che oltre ad essere la preda preferita della trota è anche indicatore, con la sua presenza, della buona qualità dell'acqua di questo tratto del Sarca.

Con il principale intento di eliminare tale elemento di discontinuità fluviale è stata quindi realizzata, previa demolizione del gradino di calcestruzzo, una rampa in massi formata da grandi blocchi calcarei disposti in modo da creare numerose "pozze", che con un percorso sinuoso di complessivi trenta metri lineari e con pendenza media del 4% faciliteranno la risalita dei pesci. Nei giorni scorsi sopralluogo conclusivo da parte dei dirigenti provinciali, degli assessori comunali Alberto Sommadossi e Cristina Chistè e del presidente del consiglio comunale Vittorio Berlanda.

Il profilo dell'opera ha andamento discontinuo ed irregolare, ed all'interno di tale tragitto i pesci troveranno anche nei periodi di minor portata del fiume "pozze" di diverse dimensioni caratterizzate da zone di calma e flussi d'acqua con velocità variabile. I lavori vanno a rafforzare il tratto di fiume situato a ridosso del ponte del Gobbo rispetto ad eventi di piena "estremi", rispetto ai quali il Servizio Bacini montani vanta una lunga tradizione e detiene un preciso obbligo istituzionale.

Nel momento in cui analogo intervento venisse realizzato al più imponente sbarramento di Fìes, situato sul Sarca qualche chilometro più a valle del ponte del Gobbo, potrà verificarsi la risalita anche della possente Trota Lacustre del Garda: in autunno, numerosi esemplari di notevoli dimensioni (fino a 6-8 kg) provenienti dal lago risalgono infatti il fiume per deporre le loro uova. Oggi sono costretti ad arrestarsi a Fìes, domani potrebbero raggiungere le originarie e vaste aree di frega del Limarò, così come è avvenuto per millenni fino alla costruzione delle centrali idroelettriche, circa sessant'anni fa.













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