Dai “portoghesi” agli scuolabus insicuri
Sono tantissime le segnalazioni che continuano ad arrivare al “Trentino” sui disservizi dei trasporti pubblici della provincia
TRENTO. Consigli, segnalazioni, proposte e un tema su tutti a tenere banco: quello dei “portoghesi”. Sono tantissime le mail che continuano ad arrivare all'indirizzo trasporti@giornaletrentino.it e grazie a voi stiamo scoprendo tante magagne legate al mondo dei trasporti trentini: dai pulmini ibridi costati al pubblico 900 mila euro e messi in vendita da Trentino trasporti a soli 4.500 (due dei quali venduti direttamente a Trotta bus l'azienda che lo scorso inverno aveva causato tanti disservizi e problemi in provincia con lo skibus) al pulmino della Taxibus (una delle ditte di autonoleggio private che per la Provincia copre servizi pubblici come lo scuolabus e il trasporto anziani) scoperto a coprire tratte di trasporto pubblico senza essere registrato al Pra e che 22 anni fa apparteneva alla Ferrovia Trento Malé: un mezzo che già negli anni ’90 era stato protagonista di guasti e innumerevoli rotture e anche di un terribile incidente che lo aveva messo letteralmente ko.
LA MAPPA INTERATTIVA DEI DISSERVIZI
E poi ci sono state le segnalazioni dei disservizi legati ai trasporti pubblici di Rovereto, quelle di corse saltate in Val di Non e Sole e molte proteste per il mancato utilizzo dei due mezzi a idrogeno costati alla Provincia, totalmente, 4 milioni e 600 mila euro e abbandonati in Val di Fassa nell'autorimessa di Predazzo. Il problema dei pullman pieni negli orari di punta, quello di alcune stazioni degli autobus e dei treni abbandonate in condizioni pietose e dei continui ritardi del treno della Valsugana. Alcune risposte le abbiamo chieste (ed ottenute) dalla presidente di Trentino trasporti Monica Baggia e dal direttore Allocca. Altre le cercheremo nei prossimi giorni presso diversi interlocutori (su tutti la Provincia).
Intanto continuiamo a raccogliere le vostre segnalazioni molte delle quali riguardano proprio una delle tematiche affrontate con la presidente Baggia: quello dei portoghesi. «Sono d’accordo a intensificare i controlli sugli autobus assumendo dei disoccupati – scrive Nadia Decarli - anche se sarebbe un costo elevato, almeno si troverebbero autobus meno pieni e più ordinati e inoltre si darebbe un lavoro a qualche trentino. Da tempo uso i mezzi pubblici ( specialmente la linea 2 ) per spostarmi in città e sono titolare di un abbonamento annuale. Quest’anno pensavo di non rinnovare la mia tessera e salire sull'autobus come fa ormai molta gente:cioè senza biglietto. Io mi scontro giornalmente con questa realtà». Le fa eco Paolo Mongera: «Da sempre ho l'abbonamento annuale al servizio urbano di Trento. Lavoro a Lavis e prendo il 17 delle 7.15 del mattino e ritorno con quello delle 16.30 del pomeriggio. Non ne posso più di vedere che quasi la totalità delle persone che salgono non hanno il titolo di viaggio. Ma dove sono i controlli tanto declamati mesi fa. A detta di un mio conoscente controllore, certe linee vengono volutamente escluse dai controlli per evitare problemi personali».
Ma c’è anche chi si lamenta degli scuolabus e del trasporto dedicato ai bambini come Stefano: «Le gite per l’asilo di Caldonazzo portando bimbi ed accompagnatori con scuolabus con i seggiolini di plastica mal ridotti e senza cinture ospitando anche più accompagnatrici sugli stessi seggiolini. L’anno scorso mio figlio è partito da Caldonazzo direzione Rovereto proprio con un mezzo del genere, con tutti i suoi compagni non vi dico la preoccupazione. Ho chiesto spiegazioni al proprietario e mi ha scaricato al Cta, committente del viaggio, a parer suo, il quale Cta interpellato oltre a non saper nulla del viaggio in questione mi ha liquidato affermando che comunque i mezzi utilizzati dai loro consorziati non rientrano nelle loro competenze. Anni fa in una gita sempre all’asilo una delle quattro maestre a bordo, per una semplice frenata, era andata a sbattere la testa provocandosi un trauma cranico. Cos’altro deve succedere? Chi deve rispondere?».
E, infine, c’è Bruno che lancia un altro problema riportato da diversi lettori: «Spesso nella mia zona (Rovereto) vedo gli autisti impegnati al telefono senza auricolare durante la guida, anche con passeggeri sul proprio mezzo. Alla faccia della responsabilità, è il solito sistema due pesi e due misure. Se lo faccio io vengo inesorabilmente stangato. E dire che io non trasporto passeggeri e utenti del serviziopubblico».
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