«Con il nostro stipendio possiamo pagarla» 

Cia attacca i colleghi che non hanno rinunciato all’assicurazione pagata con i soldi pubblici



TRENTO. «Quello che non capisco è perché un consigliere non si può pagare da solo un’assicurazione anti infortuni. Un consigliere prende 5.500 euro e può benissimo pagarsela. Io ci riuscivo appena assunto da infermiere e prendevo molto, ma molto meno». Claudio Cia ha fatto della lotta ai privilegi, e in particolare alla polizza assicurativa per gli infortuni, una battaglia politica. Ieri ancora non sapeva della risposta alla sua interrogazione. Ma quanto ha scritto il presidente Widmann lo indigna: «Quello che non trovo giusto è che la polizza copra tutti gli infortuni, anche quelli che un consigliere può avere nella propria attività privata o anche quelli che si possono avere in casa propria. Se uno ha un incidente andando in vacanza l’assicurazione copre. E non penso sia giusto. Soprattutto tenendo conto che con lo stipendio che abbiamo possiamo permetterci benissimo il costo della polizza. Invece il Consiglio copre i due terzi del costo del premio».

Cia attacca i colleghi che non hanno rinunciato: «Quando avevo tirato fuori il caso la prima volta, molti miei colleghi hanno detto anche pubblicamente che avrebbero rinunciato. E invece sono stati pochi. Lo dice lo stesso Widmann nella risposta alla mia interrogazione. Quest’anno sono stato in 10, l’anno scorso in cinque. Mi sembrano molto pochi. Poi è vero che c’è anche chi paga tutto di tasca sua, ma anche questo non è giusto. Infatti un cittadino normale non può avere le stesse condizioni che può avere il Consiglio provinciale. E comunque, la grande maggioranza dei consiglieri continua a farsi pagare la polizza con soldi pubblici e questo non va bene. L’assicurazione copre tutti i rischi anche quelli privati e non si vede perché la debbano pagare tutti». Sui nomi di chi ha rinunciato c’è la massima riservatezza, ma pare ci siano anche Bruno Dorigatti e Arno Kompatscher, oltre a Cia.













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