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«Compiti a casa, obbligati ad avere pc e stampante»

La riflessione (amara) del papà di una studentessa delle scuole medie: «Così si aumentano le diseguaglianze sociali e si alzano i costi delle famiglie»



ARCO. Un padre di Arco si lamenta e dice basta ai compiti che contemplano l'utilizzo della stampante (ad esempio la produzione di foto) assegnati alla figlia alle scuole medie locali, anche se il problema per sua diretta esperienza riguarda anche altri istituti. «Inizia un nuovo anno scolastico - spiega l'uomo, che chiede di rimanere anonimo per non avere ripercussioni sulla ragazzina - e negli istituti secondari si assiste ancora alla solita storia.

Dopo nemmeno una settimana l'alunno comincia il normale svolgimento dell'attività scolastica. Ma a lasciare esterrefatti e contrariati è come i docenti diano agli alunni compiti da svolgere a casa per mezzo di personal computer e stampanti. Forse sarebbe il caso che qualcuno, e chiedo l'intervento dell'ente preposto, cominci a educare i docenti, più che gli alunni.

Siamo in Italia, dove non si dovrebbero fare differenze sociali, si punta alla parità di diritti, invece con questi episodi mi pare si vada in senso opposto. Chiedere agli alunni di utilizzare pc e stampanti vuol dire aggravare famiglie di ulteriori sforzi economici, certo di questo dal momento che all'occorrenza ho dovuto stampare copie per chi era sprovvisto di strumenti per farlo. Al netto del valore economico, così si genera quella differenza sociale che le scuole dell'obbligo dovrebbero appianare».

Secondo il padre arcense, poi, «utilizzare software per fare temi e riassunti, con correttori automatici, difficilmente porta gli studenti ad apprendere e conoscere grammatica e vocaboli, che nelle scuole si dovrebbero insegnare. Nulla in contrario riguardo all'insegnare come si utilizza un personal computer, ci mancherebbe, ma dovremmo piuttosto far conoscere l'educazione civica ai nostri figli; con questi presupposti, tuttavia, non penso ci arriveremo mai». (m.cass.)

 













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