Commozione a Trento per l'omicidio di Nadia Pulvirenti
Aveva studiato e lavorato anche a Trento la ragazza uccisa nel bresciano: «Era una persona speciale»
TRENTO. Aveva svolto anche una breve esperienza professionale a Trento Nadia Pulvirenti, la venticinquenne accoltellata a morte ieri a Iseo, in provincia di Brescia, da un paziente con problemi psichici ospitato nella struttura di accoglienza nella quale la giovane lavorava.
Nadia Pulvirenti aveva venticinque anni e ieri mattina, come ogni mattina, era andata a svolgere il suo lavoro di tecnico della riabilitazione psichiatrica. Come detto, la ragazza aveva svolto un’esperienza lavorativa a Trento, città dalla quale si era poi spostata nel bresciano.
«La scelsi per l’entusiasmo. Perché condivideva il progetto di accompagnare le persone con disagio psichico all’autonomia. Per il modo in cui si era presentata, così, senza appuntamento, portando a mano le sue credenziali. Riconobbi subito in lei quello che fa la differenza nei lavori come il nostro: passione e dedizione», ha raccontato il responsabile della cooperativa Diogene da cui dipendono gli operatori della Cascina Clarabella, la struttura che ospita pazienti con fragilità psichiche e li impiega nelle attività di gestione dell’agriturismo, del ristorante, dei vigneti e dei campi dove si allevano anche animali e dove è avvenuta la tragedia.