Collare elettrico: paga 80 euro
Un rivano ha evitato una condanna severa dimostrando che l’apparecchio non è dannoso per il cane
RIVA. Una sentenza che va diametralmente all'opposto di quella della Cassazione, che nel 2012 aveva confermato la condanna (duemila euro di ammenda comminati dal giudice Monica Izzo) ad un cacciatore di Mori che aveva usato il collare elettrico antiabbaio sul proprio cane da caccia. Il giudice Corrado Pascucci farà pagare 80 euro ad un rivano, proprietario di un setter inglese di 12 anni, che era stato denunciato dai carabinieri della Compagnia comando di Riva per maltrattamenti di animali: a differenza del primo caso, accogliendo la ricostruzione e la tesi dei difensori dell'imputato (l'avvocatessa Sara De Luca del foro di Trento e l'avvocato Antonio Bana di Milano), il giudice Pascucci non ha ravvisato il maltrattamento dell'animale, trovato invece in salute dal veterinario che lo ebbe in custodia durante il sequestro, derubricando l'ipotesi delittuosa in una fattispecie più “morbida”, sanzionata con una contravvenzione, rinviando così a giugno il pagamento dell'ammenda.
La vicenda risale all'ottobre 2012. Siamo a Riva del Garda. Il setter inglese vive in un grande giardino, di 3.200 metri quadrati, ha la sua casetta dove dormire. E' libero e particolarmente vivace. Abbaia a ogni foglia che si alza in volo, ad ogni farfalla che gli vola accanto. E i vicini di casa sono sempre più infastiditi. Il proprietario del cane allora prova a farlo dormire in casa. Ma il cane non ne vuole sapere: adora l'aria fresca e la sensazione di libertà. E abbaia felice. Fino a quando un vicino di casa decide di fare denuncia ai carabinieri. Nel sopralluogo, i militari trovano il cane (in ottime condizioni di salute e vivace, non di grave sofferenza, ha spiegato il veterinario del canile di Rovereto) con il collare. Particolare: ad impulsi elettromagnetici. Ma regolarmente acquistato in armeria, si difende il proprietario del setter. Viene utilizzato durante la fase di addestramento dell'animale: ogni volta che il cane abbaia ripetutamente, il sensore rilascia prima una serie di beep sonori, poi una vibrazione. Il cane viene sequestrato.
Per l'accusa si tratta di uno strumento di maltramento dell'animale. E scatta la denuncia penale.
Gli avvocati De Luca e Bana, per smontare la tesi accusatoria, si sono affidati al consulente Daniele Vigo, autorità in materia veterinaria. Che ha spiegato le sue lunghe ricerche sull'utilizzo del particolare collare: vibrazioni rilascia, non scosse elettriche. Dimostrando inoltre che quelle macchie di alopecia, in corrispondenza del collo e sul resto del corpo del setter inglese, non erano collegate all'uso del collare elettrico. E quelle lievi macchie arrossate erano provocate solo dal normale uso del collare. Non dall'abuso dello strumento di addestramento. Facendo così cadere l'accusa più pesante al proprietario del cane. Che se la caverà con una oblazione di 80 euro.