Cogo, una lettera alla pm. «Quel caso non va archiviato»
L’ex presidente della Regione scrive al sostituto procuratore Maria Colpani. «Come può ritenere innocente l’esibizione sessuale in funivia davanti a una donna?»
TRENTO. La notizia del turista romano denunciato, a metà gennaio, da una trentenne tedesca perché si era masturbato davanti a lei all’interno di una delle cabine dell’ovovia Belvedere, a Canazei aveva suscitato un grande clamore. E ancora più grande, sui social network, è stata la reazione alla notizia che il sostituto procuratore di Trento Maria Colpani ha deciso di chiedere l’archiviazione del fascicolo perché, dal punto di vista del diritto, non si configura il reato di atti osceni in luogo pubblico. Nella polemica, interviene anche l’ex consigliera provinciale Margherita Cogo, con una lettera aperta alla pm Colpani. Ecco cosa scrive Cogo: «Apprendo da notizie di stampa che Lei ha chiesto l'archiviazione per il turista romano che trovandosi in ovovia a Canazei, solo con un'altra turista, si è masturbato. Lei ha considerato l'ovovia non un luogo pubblico e dunque il reato di "atti osceni in luogo pubblico" non dava, per Lei, luogo a procedere. Mi chiedo se Lei non abbia ravvisato il reato di molestie nei confronti dell'altra "inquilina" dell'ovovia. Sinceramente essere così indulgenti verso coloro che non rispettano le donne o semplicemente il prossimo, mi pare davvero sconcertante.
Mi chiedo chi possa considerare normale l'episodio che Lei ritiene vada semplicemente archiviato, consentendo ad altri di emulare il turista romano e di spostare sempre più in là il limite per considerare un atto osceno come una molestia.
La Sua richiesta di archiviazione sposta l'asticella del limite in avanti, giacché il limite costituisce il punto di passaggio a una condizione diversa da quella normale, in questo caso, significa che masturbarsi di fronte ad una donna in un luogo isolato e non raggiungibile e quindi in balia del maschio di turno, sia normale!!!
La turista è stata fortunata che il suo coinquilino non abbia avuto l'ardire di coinvolgerla in quella sua attività erotica, che Lei considera entro i limiti del lecito e speriamo che altri maschi non si sentano autorizzati non solo a replicare simili episodi e magari di provare a forzare ulteriormente il limite.
Viviamo un particolare momento storico in cui la violenza verso le donne é in aumento e concessioni verso gesti o atti che manifestano il non rispetto della dignità della donna non aiuta ad arginare il fenomeno.
Lascio per ultima la considerazione che un Giudice donna che si dimostra così comprensiva verso il maschio molestatore, autorizza a confermare l'idea che non vi sia la consapevolezza della condizione della donna nella nostra società contemporanea e che la lettura, dei molti fatti ed episodi di discriminazione e di violenza anche verbale verso le donne, abbia bisogno di un codice interpretativo più sensibile. Senza rancore e nulla di personale».
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