Coez fa impazzire Sanbàpolis 

Giovani e giovanissimi in coda già dal pomeriggio per l’atteso concerto del cantautore e rapper


di Katja Casagranda


TRENTOO. Grande successo ieri per la prima data di Sanbaclub che puntando su Coez, ha fatto centro. Ragazzine armate di smatphone sotto palco a cantare strofe, ritornelli e brani interi di quelle che sono hit e tormentoni del rapper non rapper Coez, nome d’arte, come ben si richiede agli esponenti della scena hip hop di Silvano Albanese, nativo di Nocera inferiore. Sull’onda di un successo da tour di sold out, anche a Trento non ha sfigurato, riempiendo Teatro Sanbàpolis, nel cuore dello studentato di San Bartolomeo, di fans scatenate, già piantonate agli ingressi dall’ora di pranzo o giù di lì. Giovanissimi che nelle sue rime che giocano fra rap, melodico e cantautorale, il tutto con beneplacito di critici e giornalisti del settore, si identificano fino a rendere Coez un divo a suon di like. E non fa una grinza, nell’era dei social infatti, a cui Coez o il suo staff sa strizzare l’occhio come pochi, in un’ora dalla pubblicazione un fan video raggiunge quasi le 30 mila visualizzazioni e i diecimila like a suon di centinaia di condivisioni. Che parli il linguaggio dei giovani lo si capisce in quel mix di stile che i magazine di settore non riescono proprio ad inquadrare ma accettano come uno stile alla Coez, lanciandosi in interviste ma anche nei decaloghi delle dieci frasi più belle. Non per nulla il suo è proprio titolato “Faccio un Casino Tour” in cui si racchiude tutto e il significato ce lo si può mettere a piacimento. Generoso con i fan, o meglio pochi i maschietti, per cui le fan che armate di smartphone passano il concerto a registrare tutto, mentre Coez sfida gli addetti alla sicurezza cercando un contatto umano con la folla. Un pubblico che si divide fra i fedelissimi i fan di prima data dai tempi dei Brokenspeakers, in cui i bit e il rap era più puro, che cantano e si struggono accanto ai fan del periodo più pop di “Non erano Fiori” fino a quelli che si sono invaghiti di lui del suo “Faccio un casino” per il quale ci sono i passaggi radiofonici e le interviste su Repubblica e le testate nazionali che si inchinano a Coez titolando “Il re del palco” e a cui lui risponde «Non sono io ma è la canzone ad aver vinto e le storie d’amore che spiazzano».













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