ChiantiBanca cambia rotta: no ai trentini 

I soci scelgono Iccrea con l’80%, diffide da Ccb. Bini Smaghi: «Più opportunità con Cassa Centrale». Ricorsi in vista



TRENTO. Doveva essere il giorno della chiarezza. E così è stato, anche se il risultato non è certo quello che speravano i trentini: ieri pomeriggio a Firenze con l'80,26% su 2.133 voti (1.712), e circa il 17% di no (376), l'assemblea di ChiantiBanca ha approvato la proposta del cda per un'alleanza con Iccrea, abbandonando l'ipotesi di andare con Cassa Centrale Banca votata invece nell'assemblea del maggio scorso.

Insomma un dietro front (in parte annunciato) che il gruppo trentino aveva provato a scongiurare ricordando, con toni fermi, gli accordi stipulati nella scorsa primavera. Come? «Al cda di ChiantiBanca sono arrivate due “diffide”, una da Cassa Centrale Banca e una dai suoi legali “in cui si intima all'istituto” di non proporre strade diverse dall'alleanza con Ccb per non creare danno al gruppo trentino annunciando e minacciando l'avvio di ricorsi» ha detto il presidente di ChiantiBanca Cristiano Iacopozzi aprendo i lavori dell'assemblea a Firenze. Ricordando che la scelta definitiva, come previsto dalla direttiva di Bankitalia, sarà presa nell'assemblea del maggio prossimo, Iacopozzi si è chiesto quale «danno si farebbe se si decidesse di non partecipare a un gruppo in via di costituzione».

E prima che toccasse ai soci esprimersi con il voto è intervenuto in assemblea Lorenzo Bini Smaghi, presidente dell’istituto di San Casciano a maggio, quando si era espresso a favore dei trentini: «Esistono pareri opposti sulla legalità di quanto avvenuto a maggio. Per chi vuole recuperare qualche risparmio la sola speranza è che entrino nuovi soci e forniscano liquidità per consentire a loro di uscire. Ccb, sono convinto, dà più opportunità per attirare nuovi soci» ha aggiunto.

Il voto, come si è visto, ha detto però un’altra cosa. E in attesa delle mosse che arriveranno da Trento, i toscani hanno già fatto sapere che sono in grado di restituire il prestito arrivato dal nord: «Il prospetto firmato per il titolo subordinato da 20 milioni di euro del prestito di Ccb prevede una clausola, senza penali, che consente all'istituto di San Casciano la restituzione dal 30 giugno 2018. Per coprirlo sono pronti 20 milioni da Iccrea, e altri 20, se necessari, permetteranno un marcato rafforzamento patrimoniale», ha detto il direttore generale di ChiantiBanca Mauro Fossati Olmi.

Ed ha aggiunto: «Il patrimonio netto della banca ammonta a 209 milioni di euro, di cui 159,6 milioni composto da riserve».

Iacopozzi, che ha respinto l'accusa di un possibile conflitto d'interesse, come ex consulente delle Bcc, «i requisiti sono stati controllati all'insediamento. Mi auguro che non ci siano azioni legali da Trento, ma non vedo perché dovremmo temerle», ha aggiunto aspettando le reazioni. Ma la partita difficilmente non vedrà i tempi supplementari.

(g.t.)













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