la storia

Capodanno alternativo: di guardia sulla diga di San Colombano

Matteo Tomasoni, 54 anni, è uno dei custodi degli impianti idroelettrici del Trentino per Dolomiti Energia. "Meglio essere al lavoro che a casa disoccupato"


Gigi Zoppello


VALLARSA. Voi magari state pensando a come vestirvi oggi; pensate al panettone e allo spumante. Lui invece ha preso servizio ieri mattina (31 dicembre) alle 8, e sarà di guardia alla diga fino alle 8 di stasera.

Matteo Tomasoni, geometra, 54 anni, lagarino, è uno dei molti «custodi» (37) che hanno passato la notte di guardia sugli impianti idroelettrici di tutto il Trentino. Che sono sorvegliati a vista, 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Lavora per Hydro Dolomiti Energia, e da due anni tiene d’occhio la diga di San Colombano, sul Leno, all’imbocco della Vallarsa. Lo raggiungiamo, accompagnati dal direttore della centrale, Stefano Baldo, che ci guida su per la ripida scala in cemento , fino a raggiungere il «coronamento».

Siete sempre al lavoro, notte e giorno, ogni giorno...

Sotto la diga c’è la centrale, con i tecnici e gli operai elettromeccanici. C’è sempre comunque una squadra di emergenza, sia con il guardiano, che con i “reperibili” in grado di entrare in azione entro 10-15 minuti.

Sarà tutto monitorato, no? Serve ancora il guardiano?

Sì, c’è un sistema di controllo da remoto, con i sensori. Tutte le misurazioni della diga vengono viste in tempo reale alla centrale, ma anche alla sala di controllo di Trento, che è in stretto contatto con la Protezione Civile.

Perché la Protezione Civile?

Perché la diga ha una funzione di produzione di energia, ovviamente. Ma sempre più, specialmente negli ultimi anni, ha anche una funzione di mitigazione delle piene. Lo abbiamo visto durante il disastro di Vaia: il sistema integrato delle dighe trentine ha evitato un disastro ancora più grande, controllando il picco dell’ onda di piena.

Tomasoni, le pesa dover stare di guardia quando tutti fanno festa?

No, assolutamente. Anche l’anno scorso ho scelto di essere di servizio, ma a Natale. Ho pensato che è meglio essere al lavoro, che a casa disoccupato...

Perché lei era disoccupato?

Io sono un geometra, lavoravo nell’edilizia, ma nel 2014 è iniziato un periodo di grande crisi del settore, qui a Rovereto. Ho avuto momenti molto difficili, magari lavoravo saltuariamente in qualche ufficio. Poi ho visto che c’era il concorso di Dolomiti Energia, e ho passato la selezione. A 52 anni, per me è iniziata una nuova vita, e ringrazio di avere un’occupazione. Magari quando hai vent’anni ti pesa lavorare di notte e di festa. Ma a casa mia, quando sono stato assunto, abbiamo fatto festa.

Non si è pentito? Come si trova con DE?

Ho trovato un ottimo ambiente di lavoro, bella gente, competente e preparata. Non mi lamento.

Come si svolgerà la sua giornata di custode?

Il lavoro in condizioni di tranquillità consiste principalmente nelle misurazioni. È vero che c’è un sistema telematico, ma per prima cosa alla centrale si preoccupano di confrontare i valori rilevati dai sensori, con quelli rilevati da me. Una discordanza sarebbe già un campanello di allarme.

Quindi vi sentite durante il giorno e la notte?

Siamo in collegamento costante, non solo con la centrale, ma anche con il telecontrollo di Trento, e con tutti gli altri custodi. A mezzanotte ci facciamo gli auguri a distanza, sulla rete radio Tetra.

Ci dice il menu del suo «cenone»?

Niente di speciale. Magari una bistecca, e un po’ di verdura, roba semplice. Abbiamo la possibilità di cucinare, sì.

Ovviamente sono vietati gli alcolici. Ma qui non passa mai nessuno, in cima alla diga?

In realtà c’è il sentierino nel bosco che passa proprio a pochi metri dalla diga. Si tratta dell’antico canaletto di scolmo della sorgente dello Spino. Una volta lo percorrevano solo i pescatori. Adesso, d’estate, è molto affollato, c’è un sacco di gente che va a fare il bagno ai laghetti dello Spino, più in alto nella valle.

La diga, di che anno è? Quando è entrata in funzione?

La diga è stata costruita nei primi anni Sessanta, è entrata in produzione nel 1965. Oggi è gestita in concessione al 50% da Dolomiti Energia Holding e Agsm di Verona, ma la manutenzione è a carico di Hydro Dolomiti.

Quindi siete in un sistema che collega le acque delle altre dighe più in alto, in Vallarsa?

Sì, qui siamo sul Leno di Vallarsa, ma c’è una presa che convoglia qui anche acqua dal Leno di Terragnolo. A San Colombano arriva l’acqua del “troppo pieno” della sorgente dell’acquedotto di Spino, ma anche di Speccheri (il sistema che porta alla galleria che dalla Vallarsa porta l’acqua in condotta forzata ad Ala, in Valdadige, ndr).

Allora, Buon Anno!

Grazie. Scusate, adesso vi lascio, devo andare a trasmettere i dati. Auguri.

 













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