Canile, spese lievitate di 61 mila euro
La giunta prevede nuovi lavori per la recinzione e il rifacimento delle gattaiole
TRENTO. Le spese per il canile lievitano, dopo l’ammissione che degli errori di progettazione andavano risolti, da parte degli uffici tecnici comunali. Come anticipato dal Trentino a fine luglio, i lavori della struttura in località Centa, tra l’argine dell’Adige e la tangenziale, era stati bloccati in seguito ad un sopralluogo dei veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale che avevano trovato alcune incongruenze. Come riferito da Luisella Codolo, del Servizio urbanistica e ambiente: «Si tratta di alzare di 50 centimetri la recinzione, perché ritenuta troppo bassa. Non solo, i veterinari hanno chiesto di fare un basamento in cemento, perché il rischio è che i cani possano scavare sotto la recinzione e scappare. Anche la ringhiera stessa dovrà essere rivista, perché è necessario dotarla del cosiddetto “offendicolo”, cioè la sommità deve essere angolata in modo che i cani non possano superarla». Ora una delibera della giunta comunale mette nero su bianco i lavori che dovranno ovviare agli errori fatti: non solo quelli già descritti, come la recinzione di altezza di 2 e mezzo e che preveda un interrato di 50 centimetri, ma anche la realizzazione di una nuova recinzione sull’area di ingresso costituita da rete metallica con plinti e pali metallici di supporto ed il rifacimento delle “gattaiole”, ovvero il passaggio dalla zona notte alla giorno dei box, perché ritenute dai tecnici troppo piccole.
Questi ulteriori lavori comporteranno una spesa ulteriore di 61 mila euro, che si aggiungono ai 594.842 già stanziati, facendo arrivare il costo totale a 655.842 euro.
Sulla realizzazione del nuovo canile ci sono state polemiche, soprattutto dall’opposizione, per gli errori commessi che rischiano di ritardare ulteriormente i lavori che sarebbero dovuti finire la scorsa primavera. Nell’ultimo consiglio della circoscrizione del centro storico Piedicastello la consigliera Martina Loss della Lega è tornata alla carica contestando pubblicamente gli errori fatti nel progetto e criticando il fatto che il progetto non è stato mai presentato in consiglio.