«Campiglio, sulle piste scelte condivise»
La presidente della Comunità delle Giudicarie Ballardini: l’ambiente è centrale e le infrastrutture per lo sci sono reversibili
TRENTO. Lo sviluppo delle Giudicarie sarà «sostenibile» e nascerà da un progetto condiviso con i 36 partecipanti al tavolo di confronto e concertazione. Patrizia Ballardini, presidente della Comunità di valle, getta acqua sul fuoco delle polemiche ambientaliste sull’ipotizzato allargamento delle piste tra Pinzolo e Campiglio. L’iter - ricorda - prevede una serie di passaggi e di valutazioni di impatto sul territorio. Ma anche se le piste si facessero - precisa - si tratterebbe sempre di «interventi reversibili».
Presidente, cosa risponde alle critiche sollevate in questi giorni sulla proposta di documento preliminare?
La bozza è un documento in progress, la base per aprire il confronto con gli stakeholder (i portatori di interesse, ndr). Va tenuto conto altresì che essa è stata costruita osservando gli indirizzi previsti dal Pup per le Giudicarie, declinandoli alla luce di quanto emerso nella fase di ascolto del territorio. La normativa Habitat non esclude possibili interventi quali quelli ipotizzati rispetto all’ampliamento delle aree sciabili. Prevede la valutazione di impatto dei piani (Vas) e dei progetti (valutazione di incidenza) sulle specie tutelate dalle direttive.
Il documento, anche se preliminare, esprime comunque un indirizzo politico chiaro da parte della Comunità...
E’ vero che è stato approvato dalla giunta, ma è nato nella consapevolezza che fosse una base di partenza. L’obiettivo del Piano è proprio di garantire un approccio sostenibile allo sviluppo. Si dà un'indicazione forte, ad esempio, sulle caratteristiche delle nuove edificazioni: la filosofia è di valorizzare l'esistente piuttosto che realizzare nuove cubature. Noi ci siamo concentrati sulle zone di intervento e il Pup demanda alla Comunità la valutazione rispetto all'estensione delle aree sciabili.
E' stato sottolineato dalla consigliera Cogo, tuttavia, che la Comunità non ha la competenza legislativa di intaccare le aree protette.
Il documento preliminare serve per dare un indirizzo. Poi la norma prevede una serie di approfondimenti specifici anche per le aree Sic, come Plaza e Serodoli. Lì è prevista una valutazione di impatto sulle specie animali e vegetali tutelate dalle direttive. Qualora il tavolo si trovasse d'accordo nel confermare l'indirizzo indicato, o soltanto in parte, si avvierebbe un percorso in quella direzione. Ma nessuno di noi ha intenzione di andare contro le norme.
Però intanto voi “ci provate”, dicono gli ambientalisti. La funivia avrebbe dovuto essere l'ultimo dei sacrifici...
Credo che quello che si è fatto con le “7 sorelle” e con il collegamento rappresenti un passo avanti rilevante. Ora è stato posto uno stimolo di riflessione sul medio periodo e da qui parte il confronto. Il tema della sostenibilità, come ho detto, è centrale: va capito come declinarlo. Se non avessimo l'ambiente meraviglioso che abbiamo non avremmo una capacità di attrazione simile. Detto questo, bisogna ragionare sulla prospettiva. Va considerato che gli impianti sono reversibili: qualora non dovesse esserci la neve, e tocchiamo ferro, si possono smantellare, a differenza di opere più invasive, come impianti sportivi fatti con colate di cemento.
Le piste a suo avviso non danneggerebbero l'unicità del Fogaiard?
Il percorso è tutto da definire. Sicuramente Fogaiard e la Val Brenta sono zone di assoluto pregio. Bisogna analizzare il se ed eventualmente il come intervenire. Per quanto ne sappiamo, potrebbe emergere anche un'impossibilità di farlo già alle prime battute del tavolo. Il fatto di sottoporre tutto al confronto è comunque un segnale di apertura. Se avessimo sorvolato su questi temi, alcuni degli stakeholder li avrebbero sollevati.
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