Caccia, la nebbia rovina la festa del primo giorno
Sassudelli: «Meno capi abbattuti rispetto all’anno scorso». Ma il presidente va a segno: «Il cellulare ha suonato poco»
TRENTO. Il meteo ha condizionato anche il giorno di avvio della caccia, lasciando con l’amaro in bocca (e i colpi in canna) molte delle 6 mila doppiette che all’alba affollavano i boschi. «Gli animali abbattuti - spiega Giampaolo Sassudelli, presidente dell’Associazione cacciatori trentini - sono stati un po' meno dell'anno scorso, anche perché la giornata non è stata delle migliori. Sopra i mille metri c’era la nebbia e questo ha causato particolari problemi di visibilità. In Valle di Non e Paganella, per esempio, dove siamo rimasti sotto la metà del piano di abbattimento».
Molto bene è andata, invece, nelle vicinanze del capoluogo, dove il cielo era sereno. Nella sezione di Trento Nord, l'appostamento è stato interrotto alle 9.30: manca un solo capo maschio sui 12 assegnati. «Nei casi come questo - spiega il presidente - ora si manderà fuori un cacciatore alla volta, per evitare esuberi di capi». Ha fatto centro anche Sassudelli: «Ho preso il capriolo, attorno alle 6.30, sopra Meano. Un capo di selezione. È il primo da quando sono presidente, cinque anni. Di solito sono sempre al telefono, mi chiamano tutti, ma oggi (ieri, ndr) è stata tranquilla anche per me». Meglio ancora è andata ad Albiano, dove il piano è stato addirittura completato (13 su 13 i capi abbattuti). «A Daone ne sono stati presi la metà del consentito, ma è una riserva molto grande...».
Le assegnazioni sono 11 mila, «ma molti capi - precisa Sassudelli - non vengono abbattuti, in particolare le femmine e i piccoli di cervo e capriolo». Anche i cacciatori non sono entrati tutti in azione, «perché in alcune zone vengono fatte assegnazioni nominative e ci sono anche due mesi di tempo per abbattere un capo. Questo avviene dove gli animali sono tanti quanto i cacciatori».
Complessivamente le sezioni sono 209: si va dalle più grandi, attorno ai 240 soci (Daone e Pergine) a quelle di 4 o 5 soci. I guardacaccia sono 37, in servizio spesso congiunto con i forestali. Numerosi i controlli effettuati, sia sui capi abbattuti (per accertarsi se corrispondessero alle caratteristiche del piano), sia sui cacciatori, per verificare se fossero in possesso delle autorizzazioni necessarie e per scoprire eventuali atti di bracconaggio. «Non risulta che ci siano state irregolarità nè incidenti», aggiunge Sassudelli.
Sono due, ora, i mesi rimanenti per cacciare il maschio di capriolo, mentre per il cervo si potrà arrivare fino quasi alla fine dell'anno. Lo stesso vale per il camoscio e il muflone, per il quale la caccia era invece partita il 16 agosto.
Inizierà la terza settimana di settembre, infine, la caccia agli uccelli, esclusi ghiandaia, cornacchia e merlo, considerati nocivi per l'agricoltura, abbattibili da ieri ma solo da appostamento fisso. La chiusura è in programma a metà dicembre.