«Caccia» al lupo? Già pronto il ricorso
Ambientalisti e animalisti contro il disegno di legge provinciale: «Una manovra elettorale che fa inutile allarmismo»
TRENTO. Tanto fumo elettoral-propagandistico e poco arrosto gestionale: così le associazioni ambientaliste e animaliste giudicano il disegno di legge fotocopia, approvato dalle giunte di Trento e Bolzano, per “provincializzare” catture e uccisioni di lupi e orsi. E chiedono subito al neo ministro per l’ Ambiente, Sergio Costa, di impugnare, se approvata, la legge: «La gestione di specie rilevanti per la biodiversità europea viene ridotta a questione di cortile. Il ministero non può però recedere da una visione ampia. Inoltre in questo modo si dimentica che vi sono vari livelli di normazione e responsabilità, in un quadro complesso. Questo disegno di legge è una declinazione da macchietta dell’Autonomia, spiace dirlo» commenta Antonio Nicoletti, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente.
Fernando Boso, responsabile trentino Biodiversità dell’associazione, dichiara: «Riteniamo questo provvedimento senza fondamento. Così si insegue la Lega, non si fa gestione». Anche il Wwf rilascia un comunicato severo: «Le attività rurali nelle Alpi non falliranno per la presenza dei grandi carnivori, come non è successo in ogni altra zona dell’Appennino e delle Alpi in cui queste specie sono tornate da tempo. Fallirà semmai una visione miope che non riconosce il valore della biodiversità (inclusa la presenza di specie chiave per l’equilibrio degli ecosistemi come orsi e lupi) come base delle attività umane, in particolare nelle regioni che fanno delle bellezze naturali la loro bandiera turistica, ma poi sono pronte a sacrificarle sull’altare di convenienze di parte».
Contrario anche Sergio Merz, delegato regionale della Lipu: «Si tratta di una mossa elettorale, che appiattisce la politica trentina su posizioni pessime. Sono altri i modi per gestire la possibile convivenza con lupi e orsi». Gli fa eco la Lac regionale, che in un comunicato giudica arrogante la mossa e scrive: «La giunta provinciale trentina si propone di sperperare il capitale naturale rappresentato da lupi, orsi e il magnifico ambiente che li ospita, per raccattare qualche voto non sufficiente a mantenere i politici sulle poltrone che occupano indecorosamente».
Simone Stefani, responsabile trentino della Lav, dice: «Questa è propaganda elettorale maldestra. Il messaggio che arriva alla popolazione è sbagliato. Il disegno di legge di fatto non porta novità concrete, visto che prevede, come doveroso, il parere dell’Ispra e le procedure della Direttiva Habitat, però diffonde un clima di allarme verso i predatori, anziché fare corretta informazione. Non risolve i problemi, che invece si devono affrontare con misure di prevenzione delle predazioni e sensibilizzazione adeguata».
Massimo Vitturi, responsabile nazionale Fauna Selvatica Lav aggiunge: «Fa tristezza constatare la limitatezza di questi politici: non esercitano il loro ruolo di amministratori del bene pubblico. Vanno attuate le migliori soluzioni, come dice ogni documento europeo sui predatori, come insegna l’esperienza della scienza applicata alla convivenza. Così si prendono in giro gli stessi allevatori, invece di aiutarli ad affrontare un cambiamento inevitabile».
Per la presidente trentina di Enpa, Ivana Sandri: «Questa iniziativa pare una boutade elettoralistica, una corsa in avanti, scendendo sul campo in cui la fa da padrona la Lega. Se gli allevatori trentini sono buoni imprenditori, utilizzeranno attrezzature e ausili atti a limitare al minimo i danni da predazione: non sono miracolosi, ma esistono, sono validi e ampiamente disponibili grazie agli ingenti fondi europei per lo sviluppo rurale».
Il disegno di legge della giunta provinciale è stato approvato l’altro giorno dall’esecutivo e ora dovrà passare al vaglio del consiglio provinciale. Si tratta di una norma che consente il prelievo di esemplari di lupo e orso “al fine di conservare il sistema alpicolturale del territorio montano provinciale”.
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