«Basta, i bar chiudano alle 24»
I residenti esaperati: schiamazzi fino a notte fonda, impossibile dormire
ROVERETO. Verranno sentiti nei prossimi giorni dal commissariato di polizia i testimoni della rissa avvenuta alle prime ore di domenica in via Roma. Incrociando le loro dichiarazioni, i poliziotti cercheranno di riscostruire l'esatta dinamica dei fatti. Intanto si fanno sentire i residenti, che già in passato si erano lamentati degli schiamazzi notturni. Il fine settimana dopo la mezzanotte, sostengono, il baccano diventa intollerabile.
«La notte tra venerdì e sabato - spiegano i residenti -, ma anche quella sucessiva, ci siamo svegliati per il frastuono che proveniva dalla strada. In tutta franchezza, non ci siamo accorti che si era scatenata una rissa perchè il livello del rumore, tra le grida di chi ha esagerato con gli alcolici e il rumore di bicchieri fracassati, non era superiore a quello consueto. Il fatto che decine di giovani facciano una cagnara indescrivibile, ben dopo la mezzanotte, è diventato un fatto normale».
E tornano sull'argomento degli orari: chiedono che l'apertura del Perbacco venga limitata alle 24. In effetti, il locale di via Roma è l'ultimo a chiudere tra i bar del centro. E' fatale che mano a mano che gli altri locali abbassano la serranda, i clienti più "assetati" - e ben carburati perchè ormai alla fine della serata alcolica - trovino ricovero al Perbacco. Il locale ha tutti i permessi in regola: può chiudere alle 2, con l'elasticità di un'ora, come previsto dai regolamenti. Ma per i residenti ciò è in contrasto con il diritto al riposo nelle ore notturne.
L'episodio di venerdì notte è l'ultimo di una serie di "disturbi" lamentati da chi abita nella zona. «L'abbiamo già segnalato quasi due anni fa con una raccomandata inviata al sindaco Andrea Miorandi, ai carabinieri, al commissariato di polizia e al comandante dei vigili urbani. Ma non è cambiato nulla. Schiamazzi e grida continuano fino notte fonda. Ora è inverno, con le finestre chiuse il disagio è minore, ma in estate sarà un calvario».