Rovereto

Aveva pagato il residence alla prostituta: condannato

Due anni e mezzo per favoreggiamento a un cinquantacinquenne lombardo. Lui si era giustificato dicendo di essere un semplice cliente, farà appello



ROVERETO. La vicenda è controversa, ma a parere del gup Monica Izzo è fuori di dubbio che l’uomo, un cinquantacinquenne di Magenta con precedenti specifici, abbia fatto arrivare i Italia una ragazza, di origine brasiliana ma residente in Spagna con l’intenzione di avviarla alla prostituzione, e con l’accusa di favoreggiamento lo ha condannato alla pena di due anni e mezzo di reclusione.

I fatti risalgono allo scorso anno, e sono venuti alla luce in seguito a un controllo di polizia sugli ospiti di un residence roveretano. Tra le ospiti figurava la ragazza, ma la prenotazione era a nome del milanese. Il quale aveva affermato che sì, era stato lui a prenotare, ma solo dopo aver preso accordi con la ragazza - la quale senza reticenze ha spiegato agli agenti di essere arrivata in Italia per prostituirsi - che aveva contattato in un sito di incontri su internet. La vicenda sarebbe finita lì se la procura non avesse fatto delle verifiche sui conti del residence, facendo emergere il nome del lombardo. Il quale si è affidato alla tutela dell’avvocata roveretana Roberta Toldo per presentarsi davanti al gup Izzo.

La spiegazione della difesa è che l’imputato era in realtà un semplice cliente della ragazza, che aveva commesso la leggerezza di prenotare la stanza al residence, dove peraltro anche lui aveva soggiornato per poter consumare la prestazione concordata in precedenza per telefono. Dai registri contabili del residence è emerso che la ragazza aveva pagato di tasca propria la caparra, ma questa circostanza non aveva convinto il giudice, che ha accolto invece la tesi dell’accusa secondo la quale la prenotazione a nome dell’uomo dimostrerebbe che la giovane appena giunta in Italia era stata avviata alla prosituzione. Secondo la difesa, non c’era nemmeno il bisogno di avviarla al mestiere più antico del mondo in quanto la giovane era già da tempo una “professionista” nel suo settore, ben prima di arrivare nel nostro Paese. Tutte obiezioni che non hanno intaccato la convinzione del giudice, che ha infatti condannato l’uomo per favoreggiamento. Due anni e mezzo è la pena “scontata” di un terzo, poiché l’imputato ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato godendo dei benefici di legge. Vale a dire che il computo della pena, con il rito ordinario, sarebbe stata di 15 mesi maggiore.

Ora la difesa attende il deposito della sentenza, annunciato nell’arco di 30 giorni, per studiare le carte e disporre un ricorso in appello. L’uomo insomma non ci sta a passare da semplice cliente a favoreggiatore della prostituzione e vuole dimostrarlo in tribunale.

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