IL CASO

Arrivano le lettere, bufera Imis a Levico

Il Comune le ha inviate con gli importi da pagare a 4.200 proprietari: fioccano le proteste per gli aumenti sulle pertinenze


di Franco Zadra


LEVICO TERME. L'Imposta immobiliare semplice (Imis), che dal 2015 sostituisce integralmente l'Imposta municipale propria (Imup) e la Tassa per i servizi indivisibili (Tasi), sta portando scompiglio e costernazione in molti proprietari di immobili della città tra i quali c'è chi arriva a pagare anche 11.000 euro. L'ufficio tributi e l'ufficio tecnico del Comune, ancora in questi giorni, devono rispondere alle molte richieste di cittadini preoccupati per essersi trovati a pagare in alcuni casi anche il doppio di quanto pagavano l'anno scorso, tra Imu e Tasi.

«Un paio di settimane fa – dice Mauro Fontana dell'Ufficio tributi – abbiamo inviato 4.200 lettere con le indicazioni della Imis ricalcolata in base alle disposizioni di legge della Provincia. Le questioni maggiori sollevate dai cittadini riguardano i proprietari di vecchie pertinenze che il tecnico non ha inglobato nella particella edificale per cui il calcolo del tributo viene effettuato, secondo la nuova norma, su tutto il terreno edificabile, valutato 320 euro al metro quadro. Per le seconde case possiamo dire che il tributo è diminuito passando dal 9,33% al 8,95%».

«Pagavamo 5.000 euro di Imu – dice Roberta Martinelli della Martinelli Ceramiche – ora ci è arrivata una cartella da 11.000 euro. Per le due pertinenze attorno all'azienda, due parcheggi, pagavamo 40 euro e ne dobbiamo ora 2.800. Non penso sia giusto che dall'oggi al domani si cambino le regole in questo modo. È giusto tassare quando si può pagare, ma mi chiedo come sia possibile che a fronte del nuovo indirizzo della Provincia per una nuova urbanizzazione “zero” per cui i prezzi dei terreni edificabili avrebbero dovuto calmierarsi, sia invece subentrata una rivalutazione solo ai fini della tassazione».

«Le disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici – dice l'architetto Renzo Acler - del decreto legge 6 dicembre 2011, numero 201, sembrano aver introdotto piuttosto una gabella che tassa alla cieca senza considerare l'effettivo utilizzo dell'immobile o del terreno posseduto».

«Questo è un anno di transizione – dice Laura Fraizingher, assessora all'urbanistica e vicesindaca – e nulla toglie che dal prossimo anno vengano introdotte ulteriori riduzioni del tributo. Occorre saper mettersi nella testa dell'amministratore che ha da una parte una Provincia che non dice a quanto ammonterà il budget disponibile per sostenere le attività del Comune e dall'altra una previsione di gettito sempre più ridotto. Non possiamo metterci nelle condizioni di rischiare il default».

«Io ho un baito che non abito – ci dice un cittadino incontrato fuori dall'Ufficio tecnico – con 800 metri intorno e devo pagare 2800 euro. Il mio vicino di particella ha 1000 metri con villa e ne paga 280. Come è possibile?». «Lungo le fasce stradali – ci dice ancora l'architetto Acler – strisce di terreno inutilizzabili, tassate comunque».













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