«Area Borba, il Comune ci ha rimesso»

Levico Terme, Cristian Libardi attacca l’operazione Adige Sys: «Cantiere comunale ricostruito su un terreno inadeguato»



LEVICO TERME. Ad una settimana dalla quattro giorni utile per la presentazione delle liste in vista della tornata elettorale del 4 maggio, a Levico il clima inizia farsi rovente. A gettare benzina sul fuoco ci pensa Cristian Libardi, consigliere uscente, nonché promotore della lista civica “Epicentro” e lo fa con un documento nel quale sottolinea alcune “anomalie” relative alla permuta che ha coinvolto Adige Sys e Comune e l’area Borba.

«In questi tempi di crisi dove - scrive Libardi - le industrie chiudono a ritmo angosciante la proposta di una società industriale di ampliare la propria sede e assumere nuovo personale merita i tappeti rossi. È quel che è successo a Levico, dove la scorsa primavera il gruppo industriale Adige Sys ha annunciato la sua intenzione di allargare la sede produttiva stante il cospicuo numero di ordini in portafoglio, tanto da saturare la produzione per i prossimi 10 anni. La Provincia, attraverso la sua controllata Trentino Sviluppo, ha colto al volo questa grande opportunità e messo in campo una operazione da 22,3 milioni di euro, a fronte anche della promessa di 60 a nuovi posti di lavoro. Per sfruttare le linee produttive esistenti nello stabilimento da poco costruito si rende necessario il suo prolungamento sull’area del vecchio cantiere comunale e la ricostruzione di questo nella vicina nuova lottizzazione industriale alla Borba, a cura della ditta Libardoni spa, proprietaria dell’area. Al Comune di Levico Terme l'onore e l’onere di avallare l’operazione: il consiglio comunale nel luglio 2013 ha dato il suo ok e dato mandato alla giunta di seguire le operazioni immobiliari successive. Ma numeri alla mano il dubbio che questa non abbia fatto il suo lavoro diventa più che una certezza».

Dopo la necessaria premessa, Libardi spiega che «il Comune ha ceduto l’area dell’attuale cantiere di 5600 mq completamente edificabile di cui 5000 dentro un capannone (costruito nel non lontano 2005) di 1290 mq con possibilità di costruirvi uno stabilimento nuovo di ben 3200 mq. In cambio la giunta ha accettato un’area con un nuovo capannone di 1400 mq, su un lotto di 6060 mq. Ma facendo bene i conti, dei 6060 mq ceduti al Comune, 3070 mq sono inedificabili perché in fascia di rispetto della ferrovia; di questi 940 mq sono in realtà in area a destinazione agricola (e fisicamente inutilizzabili per la loro pendenza) e 600 sono area ferroviaria. Dei 2990 mq liberi dalla fascia, 800 mq sono destinati a verde: rimangono allora solo 2290 mq di area effettivamente utile al cantiere comunale contro i 5000 di prima, e si sa che cantiere comunale significa soprattutto necessità di depositare materiale. E al massimo si potranno costruire 2200 mq di superficie coperta. Ma così è l’accordo che ha sottoscritto l’ex sindaco Passamani su parere favorevole dell’attuale giunta comunale. La concessione edilizia rilasciata dall'assessore Acler scardina la lottizzazione che per la metà è adesso diventata inutilizzabile: costruendo solo un po’ più in là il cantiere avrebbe avuto un piazzale di dimensioni decenti, area industriale vera e non finta, e si sarebbero rispettati il piano e il consiglio comunale».













Scuola & Ricerca

In primo piano

Economia

Industria trentina: prosegue il calo delle assunzioni, allarme dei sindacati

I dati di ottobre dell'Agenzia del lavoro segnano un -13,8%, nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti nel manufatturiero sono scesi dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La perdita è compensata da posti meno qualificanti nel commercio e nell'agrcoltura. Cgil Cisl Uil chiedono alla Provincia misure più mirati e efficaci per aiutare il settore in sofferenza