Al lavoro in bici? L’azienda deve avere spogliatoi e docce
Regolamento edilizio. Approvata dal consiglio comunale la norma che introduce l’obbligo per le nuove attività produttive e del terziario. I locali non saranno conteggiati nelle volumetrie
Trento. Docce e spogliatoi per lavoratori "ciclisti" nelle aziende, il consiglio comunale approva la misura proposta da "Trento in bici".
La mozione, approvata a maggioranza, è stata inserita nella revisione del piano edilizio comunale in discussione a palazzo Thun. Il consigliere comunale Michele Brugnara (gruppo Pd-Psi) festeggia l'approvazione di una misura attesa da qualche anno: «La mozione, ispirata a ciò che accade in Nord Europa, era stata approvata già nel gennaio 2017, ma occorreva aspettare l'aggiornamento del piano edilizio per renderla operativa». D'ora in poi gli edifici del settore terziario e produttivo che saranno costruiti sul territorio comunale dovranno dotarsi di docce e spogliatoi per i lavoratori che decidano di recarsi al lavoro in bicicletta, in osservanza del protocollo Leed, l'insieme di buone pratiche per la sostenibilità ambientale più diffuso al mondo e recepito nel 2008 anche dalla Provincia di Trento.
«C'è un precedente, quello degli uffici tecnici comunali in via S. Giovanni Bosco presso l'ex casa di riposo. Lì già dal 2017 sono presenti docce e spogliatoi per i lavoratori-ciclisti. Il comune ha voluto dare il buon esempio» ha sottolineato Brugnara. Per i costruttori dei nuovi edifici, ci sarà il vantaggio che le aree doccia-spogliatoio non saranno conteggiate nel calcolo volumetrico.
Altre misure sono state previste per favorire i ciclisti, ha spiegato Brugnara: «Prevediamo in generale che tutti i nuovi edifici, anche residenziali, comprendano spazi comuni per le bici e rastrelliere». La sostenibilità promossa nel piano edilizio, sottolinea Brugnara, si articola attraverso numerose indicazioni: «Ci sono misure che favoriscono il risparmio idrico ed energetico, contro l'inquinamento acustico e la cattiva gestione dei rifiuti. Prevediamo che nei nuovi edifici si installino le colonnine per le ricariche elettriche di auto e bici».
Brugnara sottolinea come resti ancora molto da fare per realizzare una città a misura di "due ruote": «Le piste ciclabili vanno fatte bene, spesso si creano queste "ciclopedonali" che rappresentano un rischio per pedoni e ciclisti, la cui "convivenza" è complessa. Le biciclette devono stare giù dal marciapiede, "a raso", per non entrare in conflitto con il pedone. Possiamo anche pensare all'introduzione di sensi unici ciclistici, in vie troppo strette per avere un'intera ciclabile, come via Perini. Anziché avere la pista da 3,5 metri a doppio senso, si può prevederne una da 1,75 a senso unico».
Restando in tema di bici e lavoro, proprio recentemente è stato inaugurato nell’area ex Zuffo il ciclo-parcheggio (il terzo dopo quello alla stazione e alla Saluga) da 244 stalli, destinato proprio ai pendolari che utilizzano l’auto e la due ruote.