salute

Aids, in Trentino 30 nuovi casi all'anno

Urbani: «Il virus si trasmette sempre più per via sessuale, soprattutto in soggetti omosessuali»



TRENTO. Sono mediamente trenta i casi di infezione da virus dell'Hiv registrati ogni anno in Trentino. Una tendenza che non accenna a diminuire, rimasta inalterata negli ultimi dieci anni, con due o tre casi accertati ogni mese. Va inoltre considerato il numero di casi sommersi, quelle persone, cioè che non avendo fatto il test Hiv non sono a conoscenza della loro situazione sanitaria. Il dato è stato diffuso in occasione della giornata internazionale per la lotta contro l'Aids nel corso di un incontro organizzato nella sede dell'Azienda sanitaria provinciale a Trento.

Nel 2011 sono stati registrati 35 nuovi casi, saliti a 45 nel 2012, 24 nel 2013 e 26 nel 2014 (fino al 30 novembre). Se negli anni Novanta la percezione del rischio era più presente nella popolazione, vi è ora una sottovalutazione del problema, tra le nuove generazioni - che sempre più presto, attorno ai 14 anni, hanno rapporti sessuali - ma anche tra gli adulti tra i 30 e i 50 anni. Dall'inizio dell'epidemia - nel 1981, anno della scoperta del virus dell'Hiv - i pazienti seguiti in provincia di Trento sono stati 1.651. Presso il reparto di malattie infettive dell'ospedale Santa Chiara di Trento sono passati 475 pazienti (102 di questi hanno subìto uno sviluppo del virus, tramutatosi in Aids a tutti gli effetti), di cui 315 maschi e 160 femmine.

Le modalità di trasmissione dell'Hiv avvengono nel 37% dei casi per rapporti eterosessuali non protetti (175 persone contagiate), nel 35% per scambi di siringhe usate e quindi per situazioni legate alla tossicodipendenza (165 persone) e nel 25% dei casi a causa di rapporti omosessuali non protetti (121 persone). Vi è poi una percentuale più bassa, il 3% dei casi, in cui il contagio è avvenuto nel grembo materno (6 bambini), 5 casi per trasfusioni relative agli anni Ottanta e 3 casi in cui non si è riusciti a definire la causa di trasmissione del virus dell'Hiv. Un dato rassicurante è la percentuale delle persone con Hiv in cura, il 91% dei casi diagnosticati, cioè 435 soggetti.

«Il virus si trasmette sempre più per via sessuale, soprattutto in soggetti omosessuali che già hanno contratto altre malattie sessuali, come le epatiti, la gonorrea o il virus Hpv, che è in aumento soprattutto tra i giovani», ha spiegato Franco Urbani, responsabile dell'ambulatorio malattie sessualmente trasmesse dell'Azienda sanitaria.

L'Azienda sanitaria, grazie alla collaborazione della Lila e degli 11 consultori sul territorio, svolge da tempo una campagna di sensibilizzazione e informazione in 87 istituti scolastici, con una copertura del 90% nella scuola secondaria di primo grado (le vecchie medie) e del 70% nella scuola secondaria di secondo grado, ma soltanto fino alla seconda superiore. Allo studio vi è anche un progetto di informazione dedicato alla scuola primaria.













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