Adunata alpini, il «no» degli Schützen
Il comandante della compagnia trentina Cestari rispedisce al mittente l’idea di pacificazione di Rossi: «Il 1918 ferita aperta»
TRENTO. L’idea era quella di un’adunata degli alpini, quella nazionale del prossimo anno, all’insegna della pacificazione. L’ha lanciata qualche giorno fa il governatore Rossi: «Dovrà essere anche l’occasione per superare alcuni dissidi che, al giorno d’oggi, dovrebbero essere messi in archivio. Non sarà una celebrazione della guerra ma anzi una grande occasione per parlare di pace. Stiamo lavorando per portare a Trento anche dei rappresentanti di corpi d’arma austriaci. Gli Schützen? Non so se il loro percorso culturale sia arrivato al punto di farli partecipare all’adunata» aveva detto Rossi. Ma il neo comandante dei cappelli piumati, Enzo Cestari, eletto nello scorso luglio, non appare di questa idea. «La data, il 1918, per noi è una provocazione. Si poteva fare un ragionamento su un’altra data, ma quella del 1918 per noi è una scelta che si poteva evitare. Sono passati poco più di 20 anni: in Trentino si perdeva ancora il posto di lavoro per il solo fatto di aver scelto di indossare la nostra divisa.Nei giorni dell'Adunata ci limiteremo a non prendere parte a questo avvenimenti che cade, ripeto, in una data davvero troppo simbolica. Che non possiamo accettare».