Addizionale Irpef, ecco il salasso in busta paga
A marzo il conguaglio 2011: per i trentini aumento di 76 euro
TRENTO. Era stata annunciata ed ora la stangata di marzo arriva in busta paga: per i trentini l'aumento medio sarà di 152 euro in due anni, 76 euro il salasso che si troveranno a pagare questo mese. Si tratta del conguaglio dell'aumento delle addizionali regionali Irpef che il governo Monti ha deliberato lo scorso dicembre con effetto retroattivo dal 2011. Il decreto «salva-Italia», che per mettere in sicurezza i conti pubblici ha fatto ricorso in modo pesante alla leva fiscale, ha anche elevato l'addizionale regionale dello 0,33% facendola passare dallo 0,9% all'1,23%. Un'operazione - ha subito messo in chiaro il governo dei tecnici - che si applica anche alle Province di Trento e Bolzano.
Un gettito che per il Trentino è stato calcolato in 20.24 milioni di euro, che finiranno interamente nelle casse dello Statuto visto che su questa - come sulle altre nuove tasse introdotte - è stata posta la «riserva all'erario» contestata dalla Provincia nel ricorso contro la manovra. Secondo i calcoli della Uil (servizio politiche territoriali) l'aggravio porterà una famiglia media a pagare fino a 371 euro. Nel caso del Trentino, dai 210 euro dell'addizionale prima della manovra «salva Italia», si passa a 286 euro: vale a dire 76 euro di aumento sull'anno 2011 e 152 euro complessivi tra 2011 e 2012. A Bolzano si pagheranno 81 euro in più, da 220 a 301 euro.
Già nella busta paga di febbraio i contribuenti hanno pagato il previsto acconto del 30% dell'addizionale 2012, che quest'anno è più salata perché comprende appunto l'aumento dello 0,33. Un aumento che pesa sulle tasche dei cittadini in base al guadagno: a differenza dell'Irpef nazionale, infatti, le addizionali regionali si pagano sull'imponibile pieno, senza le detrazioni per la produzione di reddito. È stato calcolato che l'aggravio dovuto all'imminente rincaro corrisponde ad un punto in più dell'aliquota statale.
Qualche mese in più i contribuenti lo avranno per pagare la nuova tassa sugli immobili, l'Imu. La prima rata si pagherà a giugno, come avveniva per la vecchia Ici. A livello provinciale i Comuni si sono accordati su una linea unitaria, che prevede un'aliquota dello 0,4 per le abitazioni principali, 0,783 sugli altri immobili, 0,2 sui fabbricati rurali e un'aliquota massima (1,06%) sugli alloggi sfitti da almeno due anni. L'imposta potrà essere pagata in due rate, il 16 giugno e il 16 dicembre, oppure in un'unica soluzione il 16 giugno.