A Roma sbarca la comitiva della Lega
Il Carroccio ha una delegazione di trenta persone, compresi figli e nonni. I deputati uscenti a cena all’ambasciata tedesca
TRENTO. Da oggi a Roma si fa sul serio. E già dal tentativo di eleggere i presidenti delle due Camere la pattuglia parlamentare trentina, in larghissima parte composta da debuttanti, dovrà fare i conti con i tempi ed i modi della politica della Capitale.
L’inizio della legislatura coincide infatti con le elezioni dei presidente delle assemblee e ieri pareva naufragato l’accordo per portare un Cinquestelle (tra i due in lizza, con Roberto Fico, il parlamentare trentino Riccardo Fraccaro) alla presidenza della Camera.
CENA IN AMBASCIATA. I primi atti concreti di oggi erano stati anticipati da un lungo prologo. Mercoledì sera i nostri parlamentari, entranti ed uscenti, sono stati invitati – grazie alle ottime entrature della Svp – ad una cena di gala nei saloni dell’ambasciata tedesca a Roma. Presenti pressoché a ranghi compatti gli altoatesini, non moltissimi invece i trentini. Tra loro gli oramai ex senatori Franco Panizza e Vittorio Fravezzi (scesi nella capitale anche per chiudere i conti economici del gruppo delle Autonomie) e Michele Nicoletti che, sino a fine giugno, resta comunque presidente del Consiglio d’Europa. Per le nuove entrate ai tavoli dell’ambasciata in via San Martino della Battaglia hanno trovato posto le riconfermate onorevoli Michaela Biancofiore e Maria Elena Boschi e la senatrice Donatella Conzatti.
TRENTA TRENTINI.
La collega di Forza Italia, Elena Testor, l’ha raggiunta ieri come ha fatto del resto una, nutritissima, delegazione della Lega Nord. Una sorta di comitiva. Si deve dire infatti che ieri sera in un locale tipico della capitale si sono dati appuntamento per una cena, e non è uno sciogli lingua, trenta trentini: già, i cinque parlamentari del Carroccio sono scesi in treno con mogli, figli e… nonni. Maurizio Fugatti è tornato nella capitale, a dieci anni dalla prima esperienza in Parlamento, con la moglie ed i due figli gemelli. Anche Stefania Segnana è scesa nella città eterna, dopo l’overdose di emozioni di queste settimane, rinfrancata dalla presenza dei due figli e dei nonni. Stessa scelta fatta anche da Vanessa Cattoi, arrivata a Montecitorio con il marito, i due figli e i suoceri. La parlamentare più giovane del Carroccio, Giulia Zanotelli, non ha lasciato a casa, a Livo in valle di Non, né la figlia né il marito. Tutti presenti anche i parenti più intimi di Diego Binelli che sul treno del mattino per Roma ha viaggiato con la compagna e la figlia. Aggiungeteci un paio di amici e si capisce come si sia arrivati a mettere assieme una comitiva leghista di 30 persone per la cena di ieri a base di carciofi alla Giudia e saltimbocca.
IL DUBBIO FRACCARO .
Sera di vigilia tutta particolare quella di Riccardo Fraccaro che, da giorni, viaggia tra il ruolo di primo o di secondo favorito per la presidenza della Camera. Il deputato trentino, fedelissimo di Di Maio, sembrava in lizza per giocarsi la terza carica dello Stato con il collega di partito Roberto Fico ma, lo stallo sulla analoga carica di leader dell’assemblea di Palazzo Madama, ha bloccato ogni trattativa, dando l’impressione che molto difficilmente oggi la Camera riuscirà a votare il proprio presidente.
GRUPPO AUTONOMIE.
«Tutti parlano con tutti. C’è un bel clima per ora e l’impressione che ho avuto in questi primi giorni trascorsi qui a Roma, aldilà della politica, è la grande professionalità che hanno i dipendenti dei gruppi qui a Montecitorio» osserva Emanuela Rossini, unica deputata del centrosinistra trentino in questa legislatura: «Abbiamo perfezionato l’iscrizione al gruppo misto Patt-Svp e c’è stata il grande aiuto di queste persone, dei collaboratori che, di fatto, hanno seguito tutti i nostri deputati negli ultimi decenni. E che sanno benissimo tutte le nostre problematiche. Debbo dire che avere questi collaboratori al proprio fianco offre una buona base per lavorare in modo proficuo».
Per tutti, o quasi, i nostri la scelta attuale è stata quella di stabilirsi in albergo. La folta delegazione leghista è divisa in due diverse strutture. Le procedure d’accredito, il know-how di un incarico romano, pretendono grande devozione. Oltre al fatto che un lungo contratto di affitto non sembra andare d’accordo con una legislatura che parte con molte incognite.(g.t.)