10-9-8... ecco a voi Bruno Strim, il signore del countdown
Vive a Pergine l’uomo che per anni ha mandato in orbita i satelliti di Nasa ed Esa: «L’Italia? Paese all’avanguardia»
TRENTO. Potrebbe essere definito “Il signore del countdown, l’uomo che controlla la procedura necessaria per verificare se tutto è a posto e poi dare la via libera per le operazioni di lancio del… satellite. Lo ha fatto per anni e per una decina di satelliti. Soprattutto a Houston nel Texas, e a Cape Kennedy in Florida, a Huntsville, al Marshall Space Center e Washington NASA Headquarters. E’ stato in giro per l’Europa (Roma, Parigi, Londra, Madrid, Copenaghen, Brema, Lisbona, Oslo, Amsterdam e Stoccolma) ed in Giappone, partendo da Torino.
Dopo questo “viaggio spaziale”, iniziato nel 1970 e terminato nel 2004 (con la pensione, lui è classe 1944), è “atterrato” a Pergine dove abita dalla fine del 2009. La scelta di vivere a Pergine non interessa il lettore più di tanto: comunque, motivi familiari e di “piacere di vivere in Trentino”. Si chiama Bruno Strim, laureato in ingegneria meccanica nel febbraio nel 1970 a Padova. La sua tesi ha avuto come tema “il controllo termico dei satelliti”. Già ad affrontare questo argomento, uno si fa prendere dal panico. Aveva come docente universitario Giuseppe Colombo (“meccanica applicata”), consulente della Nasa per la “meccanica celeste”. Colombo era stato interessato dalla Nasa a proposito della Missione Mercury (il pianeta più vicino al sole): aveva suggerito “solo” una correzione per risolvere un “problemino”. Seguirne le orme, per Bruno Strim è stato un attimo e approdava alla Fiat, divisione aviazione, nel maggio del 1970.
Poi la Fiat passava il settore ad Aeritalia divenuta poi Alenia e con essa anche Strim. Il primo satellite di cui si occupò si chiamava “Sirio”, tutto italiano, per lo studio delle trasmissioni ad alta frequenza. Poi, stesso settore, ma per l’Agenzia spaziale europea (ESA). Il primo satellite scientifico di cui si è occupato è stato Hipparcos, per l’astronometria (misurazione precisa delle posizioni, delle parallassi e dei moti propri delle stelle). Questo programma ha permesso ad Aeritalia di sviluppare capacità di primo contrattore (gestione globale) e diventare tra i pochi leader europei per missioni ad alta complessità.
Un altro importante satellite scientifico si chiamava “Tethered” ed era “nato” da un altro esperto (in trasmissione per sottomarini): Mario Grossi, che lavorava a Boston. Bisognava collegare il satellite allo Shuttle con un’antenna (un filo di 20 km) a penzoloni nello spazio per comunicare con i sottomarini in missione. L’idea si è concretizzata grazie agli studi del professor Colombo di Padova. Strim parlò del progetto in British Aerospace dove ci si mise a ridere.
Tutto questo è solo l’inizio della carriera di Strim. La sua attività di direttore dei programmi scientifici lo portò al di qua e al di là dell’oceano Atlantico con tutta una serie di progetti che si possono definire “di altissimo livello” non solo perché si parla di satelliti che orbitano nel cosmo, ma soprattutto per l’aspetto tecnologico di massima precisione e di studi super sofisticati.
E gli enti che Bruno Strim ha frequentato in questi anni portano sigle e nomi come, a parte la Nasa, che tutto sommato molti conoscono, Asi (Agenzia spaziale Italiana) con la quale la Nasa aveva un progetto bilaterale, Alenia Space, Ase (Agenzia spaziale europea), la Nasda (giapponese) e la Rka (russa).
Ma la sigla che probabilmente dà maggior soddisfazione agli italiani è la Iss, cioè la stazione spaziale internazionale ancora in funzione. Ebbene, se una decina di satelliti hanno avuto Strim come “program manager”, questa Iss registra (a parte la sua partecipazione) uno dei più elevati livelli dell’industria spaziale italiana: il 55% della stazione ha una tecnologia “made in Italy” compresa la “cupola” dalla quale gli astronauti “guardano” il “panorama” (terra e spazio) per i propri studi. E Torino è al centro di questo 55%. In sostanza la Thales Alenia Space è stata il “prime contratctor” (direttore della gestione globale) dell’Esa (agenzia spaziale europea) per lo sviluppo di questa “cupola” e dei moduli abitabili. Bruno Strim, ha una collezione notevole di “testimonianze” del suo lavoro: foto, gadget, buste primo giorno, disegni, modellini e via dicendo. Sottovetro, in un quadro, una pezzo della coperta termica (con cucito il nostro tricolore) che avvolgeva la “culla” dove era collocato il satellite “ Tethered” e altra attrezzatura sofisticata. “Me lo hanno mandato dagli Stati Uniti quando sono andato in pensione” dice.
Ma il suo discorso potrebbe proseguire all’infinito (altro termine non c’è, per definire la sua attività nel campo spaziale) perché la Thales Alenia Space (con Finmeccanica al 33%), probabilmente gli circola nelle vene. La Thales Alenia Space è leader europeo per i sistemi satellitari, è all’avanguardia per le strutture orbitanti, è impegnata in programmi di osservazione della Terra (Ambiente e Sicurezza), di meteorologia e Climatologia. Poi programmi di “Difesa” sempre con satelliti per telecomunicazioni, ma anche di Navigazione, Scienza ed Esplorazione, di progettazione e costruzione di infrastrutture e trasporti spaziali.
Con particolare orgoglio, lo si sente affermare che «l’Italia, nonostante i finanziamenti per la ricerca siano in diminuzione, è al top in Europa». La “sua” ditta (un termine che usiamo noi “terrestri” profani ma anche un po’ irrispettosi) ha 11 siti industriali in 4 Paesi europei con 7.200 dipendenti in tutto il mondo. «Rappresentano un’eccellenza» - dice Strim.
Ma abbiamo due “agganci” anche a Trento. All’università di Fisica ci sono il professor Stefano Vitale, già “chairman” del comitato scientifico di Esa, ora responsabile scientifico della missione spaziale Esa Lisa, per lo studio delle onde gravitazionali: tre satelliti posti ai vertici di un triangolo equilatero e distanti tra loro di 5 milioni di chilometri ed il professor Roberto Battiston, presidente della commissione scientifica nazionale dell' Infn, che si occupa della fisica astroparticellare e dei neutrini ed ha partecipato allo sviluppo dell'esperimento Ams, uno spettrometro magnetico per lo studio dell'antimateria, attualmente a bordo della stazione spaziale ISS; i due professori sono tra i principali ispiratori della Ricerca Scientifica Spaziale Italiana.
Adesso, Bruno Strim si occupa di cultura (è stato promotore delle serate su Dante e su Leopardi) e d’arte: scultore del legno e pittore. Le sue opere? Tutte da vedere.
©RIPRODUZIONE RISERVATA