È pronto il film  su vita e vittorie di Francesco Moser 

Si intitola “Scacco al tempo” ed è prodotto dalla Film Work Sceso di sella da 30 anni, il Checco è ancora super popolare



TRENTO. Per i giovanissimi il Moser oggi più popolare è Ignazio, divo rubacuori del Grande Fratello. Ma vi è un Moser, Francesco (sì il padre di Ignazio), che popolarissimo lo è da 40 e passa anni. E se poteva essere normale che lo fosse sino a quando correva e vinceva (tanto) sulle strade di tutto il mondo, è invece del tutto insolito che il Checco lo sia rimasto anche negli ultimi 30 anni, da quando cioè è sceso dalla bici, si è interessato di vino ed altro, sempre con la stessa grinta.

E di questo aspetto, del tutto eccezionale, si è occupato un film il cui trailer è visibile in queste ore in rete: si intitola “Scacco al tempo” ed è stata prodotto in diversi mesi di lavoro dalla trentina Film Work.

La casa di produzione video guidata da Luca e Carlo Dal Bosco, intende trasmettere la leggenda di Checco Moser nella pellicola affidata al regista napoletano Nello Correale, che nasce sceneggiatore per poi passare dietro alla "macchina da presa" e che per la società di galleria Tirrena ha già lavorato ad un doc su Fortunato Depero.

Di filmati su Moser ce ne sono a iosa, chilometri e chilometri di girato televisivo. Quello che si vuole raccontare adesso, secondo quanto sottolineano sia il regista che Dal Bosco, è altro, che mancava. Volendo sintetizzare, è "la storia di un ciclista attraverso il volto di un uomo" ma non avulso dalla società, dal mondo che ruotava attorno. Perché, in qualche modo, la carriera del Checco, lunga più di un ventennio, dalla fine degli anni Sessanta al ritiro dopo la metà degli Ottanta, "è la storia di un Paese, l'Italia, che si sentiva in ritardo, che aveva fame di tante cose, e si è messo a correre, un po' come il Trentino, anche buttandosi giù dalle discese a rotta di collo", dal boom economico fino al riflusso e alla green economy. Le riprese sono iniziate ad aprile tra Italia, Francia e Paesi Bassi. Dalla tradizione all'innovazione, riflettono Correale e Dal Bosco, "perché Moser, partito da Giovo, carico della storia della sua terra è arrivato alle ruote lenticolari, al casco aerodinamico provato nella galleria del vento”.

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