Trasporto pubblico, in Trentino sciopero con il 90% di adesione
I sindacati ricevuti dal vicepresidente della Provincia Tonina. Piazza Dante mette sul piatto 2,4 milioni di euro, in leggero aumento rispetto all'inizio del confronto ma ritenuti non ancora sufficienti. Resta il nodo della produttività
TRENTO. Trasporto pubblico bloccato per quattro ore oggi per lo sciopero dei dipendenti di Trentino Trasporti. Alla protesta indetta unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa per chiedere il rinnovo del contratto aziendale ha aderito il 90 per cento del personale viaggiante. Dalla Provincia, però, non sono arrivate risposte ancora sufficienti.
I segretari delle sigle sindacali, infatti, hanno incontrato il vicepresidente Mario Tonina. «Abbiamo ribadito quanto già detto in precedenti incontri - sottolineano Stefano Montani (Filt Cgil), Massimo Mazzurana (Fit Cisl), Nicola Petrolli (Uiltrasporti) e Michele Givoli (Faisa-Cisal) -. Il vicepresidente ha preso atto delle nostre richieste e si è impegnato a portarle all'attenzione del presidente Fugatti, ma nulla di più».
La trattativa è bloccata sia per le risorse che Piazza Dante è disposta a stanziare, 2,4 milioni di euro, in leggero incremento rispetto all'inizio del confronto ma non ancora sufficienti, e soprattutto sul nodo della produttività.
«Sul piano delle risorse siamo convinti che con un ulteriore piccolo sforzo si possa trovare una mediazione. Sulla richiesta di maggiore produttività, invece, le posizioni restano ancora molto distanti. Provincia e Trentino Trasporti dimenticano che i lavoratori hanno già dato in questi anni. Non si può continuare a spremerli».
Per i sindacati, infatti, la produttività negli anni passati è stata ampiamente garantita da tutti i lavoratori, che si sono impegnati nelle proprie mansioni a fronte di un contratto fermo da 18 anni. Inoltre il personale addetto al Servizio Urbano, costretto a subire passivamente la disdetta unilaterale degli accordi (costruzione turni, agente unico), ha contribuito fortemente a sovvenzionare il trasferimento da Via Marconi a Via Innsbruck e che il personale di officina opera da anni con un organico sottodimensionato. «I dipendenti hanno già fatto abbastanza, adesso tocca all'azienda».
Se nelle prossime settimane non verranno convocati per riaprire la trattativa su basi concrete, i sindacati sono pronti a tornare nuovamente a scioperare. «E questa volta sarà una mobilitazione decisamente più ampia. Faremo di tutto per evitare il muro contro muro, per non danneggiare alla fine i cittadini con un disservizio pesante. Pretendiamo, però, responsabilità anche da parte della Provincia e dell'azienda»