IL CASO

Schwazer, le provette sarebbero state manomesse

Anticipati i risultati della nuova perizia che sarà presentata giovedì 12 settembre al tribunale di Bolzano. La conferma dell'avvocato Brandstaetter



BOLZANO. Nuovo, ennesimo colpo di scena nella vicenda delle provette di Alex Schwazer proprio nel giorno del suo matrimonio a Vipiteno.

Le analisi che hanno portato alla condanna per doping sarebbero state «manomesse» ed i campioni biologici sarebbero «non compatibili con il suo DNA».

La notizia - non ancora confermata ufficialmente ma rilanciata da numerosi media internazionali - è stata pubblicata dal quotidiano Tuttosport con un articolo firmato dal direttore Xavier Jacobelli.

Il prossimo giovedì 12 settembre in tribunale a Bolzano è prevista una nuova udienza del processo in cui la perizia che potrebbe scagionare Schwazer saranno ufficialmente presentate.

L'avvocato difensore di Schwazer, Gerhard Brandstaetter, si limita a dichiarare che "il Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri ha riscontrato nelle urine delle discordanze non compatibili con la fisiologia dell'atleta".

Il marciatore altoatesino si era dichiarato più volte estraneo al doping dopo la positività confessata alla vigilia delle Olimpiadi di Londra 2012, ma era stato squalificato proprio mentre si stava preparando per i Giochi di Rio 2016. La sua positività era stata rilevata dal laboratorio di Colonia. La difesa di Schwazer aveva sempre nutrito dubbi sul sistema di custodia della provetta. Se fosse vero che nelle urine vi sono delle «discordanze non compatibili con la fisiologia dell'atleta», allora le provette potrebbero essere state manomesse.













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