Schianto in Canada, il fratello di Emilio Zierock: «Non sa nulla della morte degli amici»
Le testimonianze. Theo parla anche della frattura al collo: «Tornerà a camminare». Cominciato il recupero dei corpi di Heiner Oberrauch junior e Andreas Widmann, da quattro giorni sotto la neve. Ieri l’arrivo dei parenti
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BOLZANO. «Sono riuscito a chiamare Emilio dopo l’operazione: non ricorda nulla dello schianto. Pensa che sia avvenuto sciando. E ancora non sa che i suoi amici sono morti»: così Theo Zierock parla dell’odissea che sta vivendo il fratello Emilio, uno dei sopravvissuti all’incidente con l’elicottero avvenuto il 22 gennaio in Canada, dove hanno perso la vita gli imprenditori bolzanini Heiner Oberrauch junior, 29 anni, Andreas Widmann, 35 anni, e il pilota. Le loro salme giacciono ancora sulle montagne di Terrace in British Columbia, a 700 chilometri da Vancouver.Le impervie condizioni meteo ne avevano proibito il recupero nei giorni scorsi. L’operazione è cominciata solamente in queste ore, in concomitanza con l’arrivo delle famiglie delle vittime per il riconoscimento dei figli e il disbrigo delle pratiche burocratiche.
Emilio Zierock migliora
Ieri notte, oltre a Georg Oberrauch e Heini Widmann, hanno raggiunto il Vancouver General Hospital anche Elisabetta Foradori, la mamma di Emilio Zierock, e la moglie, Federica Bassi. «Si sono alternate per dargli tutto il supporto possibile», prosegue il fratello Theo, «La delicata operazione chirurgica per la frattura al collo è andata a buon fine. Non dovrebbero esserci complicazioni e possiamo dire che tornerà a camminare. I prossimi interventi riguardano il braccio e l’anca, entrambi fratturati». La famiglia ha attivato uno specialista per la gestione post-traumatica. «Solo con il tempo si renderà conto di quanto successo, il recupero mentale sarà lungo e doloroso. Penso che sarà molto importante condividere e sfogare il dolore con le altre famiglie coinvolte. Ci conosciamo tutti, il gruppo che era in Canada aveva già fatto altri viaggi assieme, in barca a vela per esempio. Stavolta però Emilio era indeciso sino a pochi giorni dalla partenza. Era reduce da un viaggio di nozze e gli sembrava quasi “troppo” partire di nuovo. Alla fine si è deciso, perché era convinto fosse un’esperienza irripetibile». Emilio Zierock non smetterà mai di ringraziare Jakob Oberrauch, 34 anni, fratello di Heinzl. È lui che ha dato l’allarme e permesso i soccorsi: «Senza Jakob nessuno sarebbe vivo probabilmente, è un eroe. Ma tutti in quel gruppo, così forte e unito, avrebbero fatto lo stesso», conclude Theo Zierock.
I sopravvissuti
Preoccupazione anche per le condizioni dello stesso Jakob Oberrauch, amministratore delegato di Sportler, sottoposto nelle scorse ore a una delicata operazione dopo aver perso molto sangue nell’impatto. Sia lui che Johannes Peer, cognato dei fratelli Oberrauch, nonché direttore finanziario di Sportler, sono stati trasferiti in ospedali specializzati: sarebbero coscienti, ma ancora non gli sarebbe stata comunicata la morte dei due amici. «È troppo presto, sarebbe un ulteriore shock», riferisce uno dei genitori dei sopravvissuti.
Il dramma sta coinvolgendo direttamente anche chi è salito sul secondo elicottero di ritorno: Moritz Sanoner, Nikolaus Widmann, figlio di Thomas (l’ex assessore provinciale alla Salute), e Alessandro Isotti. «Pur essendo sconvolti, sono al fianco degli amici feriti», conferma Oswald Demetz, proprietario dell’hotel Engel, «Mio figlio Marvin faceva a sua volta parte del secondo gruppo e aveva il 50% di possibilità di morire. Quel maledetto martedì ci chiamò alle 6 del mattino per dirci che era successa una cosa grave, ma che lui stava bene. Ora non vediamo l’ora di rivederlo. Nei prossimi giorni tornerà, non appena tutte le famiglie si saranno stabilizzate a Vancouver». La permanenza in Canada durerà al massimo qualche giorno invece per le famiglie delle due vittime: quanto basta per organizzare il trasporto delle salme di Andreas e Heinzl che, dopo quattro giorni, si trovano ancora sulle montagne canadesi.