la protesta

Sanità, le lavoratrici delle pulizie in attesa dei vaccini

I sindacati criticano la Provincia: “Chiediamo la stessa solerzia con cui si adeguano gli stipendi dei dirigenti sanitari”



TRENTO. Fa discutere la decisione della Provincia di procedere all’adeguamento dello stipendio percepito dal direttore del Dipartimento Salute Giancarlo Ruscitti. Non tanto per la decisione in sé, quanto per il differente trattamento riservato alle lavoratrici del settore delle pulizie, che attendono risposte dalla Provincia riguardo le spettanze economiche e la copertura vaccinale.  

“Senza nulla togliere all’importanza e alla responsabilità di chi ricopre quel ruolo – ammettono Paola Bassetti, Francesca Vespa e Antonella Didu di Filcams, Fisascat e Uil Trasporti – suscita profonda amarezza vedere con quanta solerzia e rapidità Piazza Dante ha provveduto ad adeguare lo stipendio del dottor Ruscitti, mentre le 1500 lavoratrici delle pulizie, impegnate in ospedali e casa di riposo, spesso a contatto con pazienti malati di Covid non hanno ottenuto risposta dalla Provincia, né per quanto riguarda il premio Covid strutturato da Piazza Dante in modo che nessuna delle addette è riuscita a vedere un euro né sulla questione vaccini sui cui si era chiesto un canale prioritario dal momento che lavorano in situazioni di rischio elevato”.

Come noto dopo le richieste dei sindacati nell’estate scorsa la Provincia aveva incluso nei premio Covid per il personale sanitario anche le addette alle pulizie, vincolando però il premio al fatto che le aziende appaltatrici avrebbero dovuto farsi carico di metà dell’importo. Di fatto il premio è rimasto un miraggio.

Sul fronte vaccini, invece, a fine dicembre le tre sigle sindacali avevano scritto all’assessora Segnana chiedendo la possibilità di inserire anche queste addette tra le categorie di lavoratori da vaccinare con priorità. “A quella richiesta non è seguita alcuna risposta – sottolineano le sindacaliste – a dimostrazione del fatto che purtroppo c’è chi continua a considerare queste lavoratrici di serie B. E’ una cosa profondamente ingiusta oltre che un ragionamento incomprensibile: tutto il personale in aree sanitaria, che opera a contatto con i pazienti dovrebbe essere vaccinato per proteggere se stesso, ma anche gli ammalati”. Non è un caso se ci sono regioni come l’Emilia Romagna che hanno scelto di includere anche le addette alle pulizie e alla sanificazione nelle prime fasi della campagna vaccinale.













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