Via Saibanti: pochi metri e tre mesi di cantiere
L’intoppo più odiato. Prezioso, perché il nuovo collettore eviterà allagamenti in futuro ma l’intervento di Novareti ha ripercussioni durissime sulla viabilità dell’intero centro cittadino
Rovereto. Ennesimo martedì di ordinaria follia nel centro cittadino. Incastrato fin dal mattino e fino a sera (con la solita pausa nel primissimo pomeriggio) in un traffico caotico, con lunghe colonne in via Fontana, via Dante, via Cavour, via Benacense e significativi rallentamenti anche sul tratto urbano della statale. Almeno al mattino, quasi impossibile trovare una piazzola con al Follone decine di veicoli fermi a puntare come falchi le auto in sosta. E poi discutere sugli ordini di arrivo e sulle priorità dei rispettivi impegni non appena si liberava una piazzola, e in 5 scattavano per andare ad occuparla. Non è mancato nemmeno ieri l’ausiliario del traffico che in questo marasma sanzionava chi si arrangiava lasciando l’auto, magari per i 5 minuti necessari per consegnare una carta, fuori dagli spazi canonicamente segnalati.
Nell’insieme, il brodo di coltura ideale per l’insofferenza. E al Follone (ma anche su tutta la via crucis nostrana dell’attraversamento cittadino: via Dante, via Fontana, via Paoli, statale) in queste settimane l’insofferenza ha un bersaglio perfetto: il cantiere di via Saibanti. Aperto, recita il cartello da loro stessi affisso, il 27 febbraio. E che in quasi tre mesi non è riuscito ad avere ragione di qualche decina di metri di sottoservizi da sistemare. Il lavoro degli altri sembra sempre semplice, ma guardando lo scavo e la presenza quantomai sporadica di mezzi in movimento, la vulgata conclude che tre mesi sono oltre la ragionevolezza. Novareti in quel tratto doveva posare il nuovo collettore di scarico nel Leno delle acque meteoriche in arrivo dalla città. Un intervento meritorio e che dovrebbe risolvere il problema degli allagamenti nella parte ovest della città, dove in caso di forti precipitazioni le condotte arrivano già piene e non ricevono acqua dalle caditorie, trasformando le strade in fiumi. Ma una volta scavato, i tecnici hanno rilevato anche le condotte di acqua e gas non erano in condizioni perfette, e quindi ad evitare di dover rimettere mano alla strada tra qualche anno, hanno provveduto ad una radicale manutenzione. Questo, assieme ai 40 giorni di maltempo, ha allungato i tempi. Ma restano tre mesi e sono, comunque, poche decine di metri di strada. L.M