Rovereto, recuperata l’auto finita nel fiume Adige: due morti
Al termine di una giornata ad altissima tensione è stato recuperato il mezzo che ieri era finito nell’Adige. Le vittime sono Giovanna Perzolli, 69 anni, e il figlio Michele di 27, scomparsi da ieri
ROVERETO. Il timore che aleggiava su Rovereto fin da mercoledì pomeriggio quando era stata avvistata un'auto inabissarsi nel fiume Adige, si sono purtroppo tramutati in realtà. All'interno dell'abitacolo sono stati recuperati due corpi, quello di Giovanna Perzolli, 69 anni, di Rovereto e quello del figlio Michele Tranquillini, 27 anni.
Una scena terribile davanti agli occhi dei vigili del fuoco, dei sommozzatori e delle forze dell'ordine che da ieri scandagliavano il fiume Adige nella zona di Borgo Sacco alla disperata ricerca di quell'auto, con la speranza che dentro alla fine non ci fosse nessuno. Ma così, purtroppo, non è stato.
Era stata una lunghissima giornata di lavoro. L'auto è stata recuperata attorno alle 18.30, in fondo all'Adige nei pressi della stradina che da Borgo Sacco porta a Marano di Isera. Un’operazione delicata e durata di fatto tutto il pomeriggio, al termine di una giornata ad altissima tensione in cui le squadre di sommozzatori, sia quelli di Trento che quelli arrivati dal Veneto, hanno scandagliato il fiume per cercare la macchina.
Sono bastati pochi minuti, purtroppo, per capire che dentro l'auto c'erano due corpi senza vita. Ieri le segnalazioni arrivate - e che sono subito parse molto attendibili, tanto che era stata scatta anche una foto dell'auto che stava per inabissarsi - parlavano di almeno due persone all'interno dell'abitacolo.
Sulla stradina percorsa ieri dall'auto non ci sono segni di un possibile incidente: al momento tutte le ipotesi sono vagliate dalla Procura che ha subito aperto un'inchiesta sull'accaduto, anche se non sarà facile in assenza di segni tangibili sul terreno capire come abbia fatto quell'auto a finire nel fiume.
L'auto era stata individuata già nel primo pomeriggio ma le operazioni per il recupero sono state molto lunghe a causa del maltempo che ha ingrossato l'Adige e che ha rallentato il lavoro dei sommozzatori e del robot che doveva portare a galla la macchina. Fino al momento del ritrovamento e della speranza che nel giro di un amen si è trasformata in tragedia.