L’incarico del Comune a chiamata diretta  giustificato dalle dimissioni di 2 operatrici

ROVERETO. Secondo l’analisi del caso condotta dal gup Riccardo Dies, c’erano tutte le condizioni per giustificare un incarico a chiamata diretta da parte del Comune, costretto a tamponare una...



ROVERETO. Secondo l’analisi del caso condotta dal gup Riccardo Dies, c’erano tutte le condizioni per giustificare un incarico a chiamata diretta da parte del Comune, costretto a tamponare una situazione d’emergenza: le dimissioni pressoché contemporanee di due operatrici dell’Apsp Cesare Benedetti, la casa di riposo di Mori. La nomina era avvenuta tra il primo turno per le comunali e il ballottaggio che avrebbe portato alla vittoria di Stefano Barozzi e alla nomina a presidente del consiglio del terzo candidato in lizza, cioè Renzo Colpo. A chiedere lumi sull’assunzione, giudicata “sospetta” dal Patt, erano stati i consiglieri Cristiano Moiola e Paola Depretto. Nell’arco di qualche settimana la Procura generale di Trento iniziò le indagini ipotizzando la violazione dell’articolo 323 (abuso d’ufficio) e 110 (in concorso) per Colpo, il direttore dell’Apsp Antonino La Grutta e per una funzionaria del Comune: ora tutto va in archivio.













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