L’allarme degli assistiti del centro diabetologico
Sono 6000 i pazienti che si rivolgono all’ospedale: «La carenza di personale medico e infermieristico comporta disservizi e gravi ritardi nelle visite»
ROVERETO. Per la mancanza del personale medico ed infiermeristico risulta carente la funzionalità del Centro diabetologico presso l'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto al quale fanno riferimento circa 6.000 pazienti (il numero è in progressivo aumento) della Vallagarina e di altri territori trentini. La preoccupante segnalazione è di un gruppetto di diabetici del Gruppo 1, ossia coloro che per la gravità della malattia sono costretti ad usufruire quotidianamente dell'insulina (con tale patologia sono circa il 10% del totale). Per costoro la periodica visita metabolica avviene quasi sempre oltre un anno di distanza dalla precedente rispetto ai pochi mesi della normale prassi con possibili gravi problemi sanitari. La situazione è pressochè analoga per gli altri pazienti del Gruppo 2 ai quali sono prescritti solamente farmaci. L'organico del Centro diabetico ospedaliero è composto, a tempo pieno, da un medico referente, da un suo collega d'appoggio del reparto Geriatria, da una segretaria, da due infermiere, mentre a part time ci sono una segretaria, una infermiera ed un podologo. E' temporaneamente assente il responsabile del Centro e per questo motivo si può dire che la situazione sta precipitando verso il collasso.
“Dipendendo dal reparto di geriatria – rammentano i diabetici insulino dipendenti – condiziona notevolmente le assenze per i turni ai quali è obbligato a sottostare questo personale. Ciò a discapito degli appuntamenti ambulatoriali che sono prorogati nel tempo. La struttura specialistica è una eccellenza rispetto alle analoghe del Trentino in quanto è l'unica in cui si effettua la cura del piede diabetico. Si tratta di una complicanza che purtroppo colpisce numerose persone affette da diabete e se non curata adeguatamente può portare ad imputazioni minori e maggiori della gamba. Tale struttura risente della carenza di un medico per l'ambulatorio del piede per cui ogni giorno il medico di supporto, oltre al suo lavoro di routine ambulatoriale, deve recarsi in questo ambulatorio e per le limitate ore a disposizione vengono dilazionati notevolmente i tempi programmati per i pazienti costretti ad ulteriori disagi. A tale proposito, si ricorda che il medico e le infermiere devono dare risposta anche a tutte le richieste dei vari reparti di degenza, sia per malattia diabetica che per i problemi del piede e pertanto molto spesso si devono assentare dal loro ambulatorio. Dallo scorso anno alla normale attività sanitaria si è aggiunta la distribuzione dei sensori glicemici che comportano una serie di interventi aggiuntivi con controlli a scadenza ogni trimestrale. Con il progressivo aumento delle competenze sanitarie e dei 6.000 pazienti – concludono amaramente questi interlocutori – è un obbligo sanitario e morale garantire la ottimale funzionalità del Centro ed impedire sempre più gravi carenze ingiustificate”.(a.cad.)
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