Don Scordio ai domiciliari a Rovereto 

È dai Rosminiani l’ex parroco di Isola di Capo Rizzuto accusato di aver lucrato sui migranti in combutta con la ’Ndrangheta



ROVERETO . È a Rovereto, agli arresti domiciliari alla casa dei Padri Rosminiani, don Edoardo Scordio, l’ex parroco di Isola di Capo Rizzuto arrestato il 17 maggio di quest’anno con l’accusa di partecipazione ad associazione mafiosa, malversazione e truffa ai danni dello Stato. Don Scordio, come molti ricorderanno, era stato arrestato dalla Dda di Catanzaro nel corso dell’operazione “Jonny”. Il prete, nel suo ruolo di gestore del centro d'accoglienza per migranti Cara, a Isola di Cpo Rizzuto, avrebbe, consentito "l'utilizzo di immense risorse distratte in favore della bacinella della cosca Arena". Nel dettaglio, gli inquirenti ritengono che il centro di accoglienza Cara fosse controllato dalla cosca Arena, che fa capo alla 'Ndrangheta calabrese. Secondo le risultanze dell'inchiesta il Cara di Isola Capo Rizzuto era diventato una sorta di "bancomat" della cosca Arena (questo sostiene il comandante del Ros Giuseppe Governale). La cosca si sarebbe appropriata dei fondi stanziati per la gestione del centro e la fetta lucrosa dell’affare era legata soprattutto al servizio catering. Secondo quanto dichiarato dal Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, che aveva coordinato l'indagine condotta da carabinieri, squadre mobili di Catanzaro e Crotone e Guardia di finanza, "il cibo a disposizione dei migranti ospitati nel centro non bastava per tutti e spesso era quello che solitamente si dà ai maiali".

Secondo la ricorstruzione degli inquirenti, ben 32 milioni di euro sarebbero finiti nelle casse della cosca Arena, che li avrebbe reinvestiti nell'acquisto di beni immobili, partecipazioni societarie e altre forme di investimento, “ripulendo” di fatto il capitale ottenuto. Il ruolo di don Scordio sarebbe quello di anello di congiunzione tra la cosca Arena e il centro di accoglienza Cara.Di più: secondo il Gip di Crotone, Abigail Mellace, «don Edoardo Scordio è a tutti gli effetti un esponente di rilievo della stessa associazione mafiosa». Così il giudice aveva ribadito nella sua richiesta di custodia cautelare in carcere. Nell’arco di dieci anni, don Edoardo Scordio si sarebbe messo in tasca 3,5 milioni di euro, drenati dalle casse del Cara per mano di Leonardo Sacco, il ras della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, accusato di essere uomo al servizio della cosca degli Arena. Alle pesantissime accuse, il sacerdote, che fino a un paio di giorni fa è rimasto detenuto nel carcere di Vibo Valentia, ha sempre replicato dichiarando la propria innocenza. Nei giorni scorsi il gip ha concesso a don Scordio gli arresti domiciliari, che il religioso ha deciso di scontare a Rovereto.

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