Crisi Marangoni, sindacati allarmati 

Cgil e Cisl chiedono un incontro urgente all’ad del gruppo Dino Maggioni: «Forte preoccupazione per il futuro dell’azienda»



ROVERETO . La reazione dei sindacati non si è fatta attendere: ieri i segretari della Filctem Cgil Mario Cerutti e della Femca Cisl Ivana Dal Forno hanno inviato all’amministratore delegato di Marangoni Dino Maggioni, al responsabile delle risorse umane del gruppo Michele Bergese e per conoscenza al direttore dello stabilimento di via del Garda Mauro Merlo una richiesta di incontro urgente per chiare la situazione in cui versa l’azienda. «Alla luce delle recenti segnalazioni pervenuteci relative alla situazione produttiva del sito di Rovereto, seriamente preoccupati per le potenziali ricadute sulla stessa tenuta dei livelli occupazionali - scrivono i sindacati assieme alla Rsu - e considerata la trattativa attualmente in corso per il rinnovi degli accordi aziendali, ritengono opportuno chiedere un approfondimento specifico rispetto alle prospettive aziendali, un particolare quelle di breve periodo, dell’unità produttiva». Cgil e Cisl propongono la data del 14 giugno, manifestando l’urgenza di un necessario chiarimento. In questi giorni infatti si sta discutendo il rinnovo dei patto integrativi, ma il tema appare del tutto marginale rispetto al quadro che si è delineato nell’ultimo incontro con i vertici aziendali, avvenuto giovedì scorso. La preoccupazione è comprensibile, dato che Marangoni sta adottando soluzioni tampone per mantenersi in equilibrio. Il grosso problema, quello che incide sui ritmi di lavoro, ridotti a circa un quarto delle potenzialità dell’impianto, è la profonda crisi di liquidità che pone l’azienda in difficoltà nell’acquisto delle materie prime. È un nodo fondamentale, che è emerso circa un anno fa. Da allora la situazione non ha visto evoluzioni positive. Anzi, la scorsa settimana sono stati sospesi dal lavoro venti operai - a rotazione - per consentire all’azienda di continuare a lavorare a bassi ritmi, in base alla proprie disponibilità economiche nell’acquisto delle materie prime, sfruttando la flessibilità connessa alle ferie e ai Rol. Una strada imboccata per consentire all’azienda di recuperare terreno nel contesto di quella che doveva essere una difficoltà temporanea, ma che dopo dodici mesi pare diventata quasi strutturale.

Il sindacato ha anche chiesto un incontro all’assessore all’industria Alessandro Olivi, ma si tratta dell’ennesima richiesta: dal maggio dello scorso anno, Olivi non ha più risposto alle reiterate richieste d’incontro ed oggi, in un momento in cui anche la politica provinciale appare debole e confusa in vista delle elezioni del 31 ottobre, non c’è più nemmeno spazio per l’ottimismo. (gi.l.)

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