LA POLEMICA 

Comper decanta l’Austria, Zenatti si alza ed esce dall’aula 

Il consigliere di Progetto Città: «La città di Filzi e Chiesa non può permettersi di dileggiarne la memoria»



ROVERETO . Può sorprendere davvero, se dopo cento anni dalla fine della Grande Guerra c’è ancora da discutere tra posizioni filoaustriache e filoitaliane, tanto più in un luogo simbolico come la Campana dei Caduti, che ieri ha ospitato la seduta del consiglio comunale celebrando in questo l’armistizio del 1918. Invece è accaduto davvero, subito dopo il contributo del consigliere autonomista Paolo Comper. Comper aveva infatti spiegato come la posizione dei trentini fosse, dal suo punto di vista, nel complesso poco vicina a rivendicazioni irredendentistiche, che attraevano consensi dal ceto borghese dell’epoca, mentre il popolo, ha insistito Comper, era fedele all’impero asburgico e non chiedeva certo di entrare in guerra. Tutto ciò dopo che Marco Zenatti aveva letto il proprio discorso, di segno opposto: il consigliere di Progetto Città aveva voluto infatti ricordare «il ruolo rilevante al movimento irredentista sia trentino che giuliano e in primo luogo alla figura di Cesare Battisti, che assieme ad altri irredentisti tra i quali Damiano Chiesa e Fabio Filzi, si arruolarono nell’esercito italiano, pagando con la vita il loro disegno di riunire nella Patria italiana anche il Trentino». Parole che forse hanno spinto Comper a puntare i piedi con un intervento che pareva, agli orecchi degli uditori, quasi riecheggiare nostalgie filoaustriache, sottolineando il sentimento popolare di queste terre cento anni fa. Nell’udire le dichiarazioni di Comper, Zenatti si è alzato ed ha abbandonato l’aula, in maniera polemica. «Bisogna aver rispetto per le posizioni di tutti - ha spiegato Zenatti, che pure aveva voluto onorare i caduti trentini di entrambe le parti, quella che morì con la divisa dell’Austria Ungheria, sia chi aveva perduto la vita con l’esercito italiano - , ma la città di Fabio Filzi e Damiano Chiesa non può permettersi di dileggiare la loro memoria».













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