il traguardo

Avis di Rovereto, ottant’anni di solidarietà

Premiati i soci con oltre 120 donazioni: il “record” è di Mario Cattoi, 80enne di Lizzana, a quota 140. L'assessora Segnana: “I trentini aiutano il resto d’Italia”



ROVERETO. “Il Trentino, anche negli anni più duri del Covid19, ha mantenuto l’autosufficienza per il fabbisogno di sangue, contribuendo inoltre a soddisfare la richiesta a livello nazionale. Un risultato reso possibile dal quotidiano contributo di tanti volontari che non si sono arresi durante la pandemia, quando tutto si fermava e calavano addirittura gli ingressi al pronto soccorso. L’Avis è una grande famiglia e a tutti i soci va rivolto un particolare ringraziamento ricordando al contempo insieme, volontari e istituzioni, l’importanza della donazione a favore della comunità.”

Così l’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana, che ieri pomeriggio è intervenuta nella sala conferenze del Mart alla giornata di iniziative organizzate per celebrare l’ottantesimo anniversario di fondazione dell’Avis Comunale di Rovereto. L’assessore ha voluto ringraziare anche Paola Boccagni, direttrice facente funzioni del servizio di immunoematologia e trasfusione dell’ospedale Santa Chiara, per il lavoro che sta svolgendo in sinergia con l’Avis nella raccolta del plasma. Una risorsa altrettanto preziosa oggetto di uno specifico momento di confronto svoltosi ieri mattina a Trento e al centro dell’attenzione dell’Avis e della sanità provinciale.

Proprio la dottoressa Boccagni ha ricordato l’importanza del sangue quale fondamentale risorsa per la salute, tanto che la trasfusione rappresenta, secondo normativa, un livello essenziale di assistenza. Nel solo ospedale di Rovereto – ha aggiunto – ogni anno vengono trasfuse oltre 5.000 unità di sangue grazie al contributo gratuito, volontario e ripetuto dei donatori.

L’evento al Mart, moderato dal responsabile dell’Ufficio Stampa della Provincia Giampaolo Pedrotti, è stato anche un’occasione per ribadire il ruolo della donazione nel sistema sanitario locale e nazionale e sottolineare l’importanza della collaborazione fra istituzioni e volontariato. Una sinergia particolarmente efficace nella nostra provincia, come ha riconosciuto il presidente nazionale dell’Avis Gianpietro Briola e come ha ricordato anche la presidente trentina Elisa Viliotti: il modello organizzativo dell’Avis rispecchia nel contesto locale l’assetto che caratterizza la nostra Autonomia.

Ma l’evento di ieri intendeva soprattutto celebrare gli ottant’anni dell’Avis Comunale di Rovereto, la prima “sezione” – al tempo si chiamava così – dell’Associazione volontari italiani del sangue attiva in Trentino, alla quale oggi fanno riferimento sedici Comuni della Vallagarina.

“Un traguardo – ha detto la presidente Lucia Ongaro – che rappresenta una grande soddisfazione ma anche una significativa responsabilità, perché guardando al passato vediamo quanto lavoro è stato fatto sinora e avvertiamo il dovere di andare avanti con altrettanta determinazione. Il nostro impegno quindi prosegue, e le donazioni non si sono fermate nemmeno durante la pandemia, così come l’attività di sensibilizzazione nelle scuole, che nel periodo Covid abbiamo mantenuto in modalità online.”

Il percorso dell’Avis di Rovereto è stato approfondito nel libro “Una storia di ordinaria solidarietà; 1941-2021”, a cura di Roberto Setti e Renato Trinco. Il volume ricostruisce anche la storia dell’Avis nazionale. Nelle parole degli autori, l’emozione di aver tracciato e quindi “rivissuto” un cammino di solidarietà nato a Rovereto negli anni difficili del secondo conflitto mondiale, come ha ricordato anche il presidente nazionale Briola.

Protagonisti di questo cammino sono stati e sono ancora oggi i soci. L’Avis ha quindi voluto consegnare i distintivi di massima benemerenza ai volontari con oltre 120 donazioni. La premiazione e la presentazione del libro sono stati accompagnati dagli intermezzi musicali del Quartetto strumentale della Scuola “Jan Novàk” della Vallagarina.

Ieri al Mart erano presenti, fra gli altri, anche il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, il sindaco di Mori Stefano Barozzi in rappresentanza della Comunità della Vallagarina, numerosi primi cittadini e volontari dell’area di riferimento dell’Avis Comunale di Rovereto ma anche di altre aree del territorio provinciale. Nelle parole dei rappresentanti istituzionali, il valore della gratuità e del volontariato come tratti distintivi dei donatori di sangue e dell’intera comunità trentina. E proprio sul concetto di donazione si è soffermato, con una riflessione/appello, anche il presidente dell’Avis nazionale Briola. “La nostra Costituzione – ha detto – sottolinea il principio di solidarietà e il diritto di cura. Tutti noi abbiamo questo diritto, ma abbiamo anche il dovere di contribuire al sistema sanitario con il gesto insostituibile della donazione.”

Questi i soci premiati con il distintivo speciale

1. Mauro DALRÌ: anni 66 ​di Rovereto, ancora in attività; donazioni: 129

2. Renato RUELE: anni 67di Rovereto; ​donazioni: 123​

3. Mario CATTOI: anni 80 di Rovereto (Lizzana); donazioni: 140

4. Quinto MANZANA: anni 80 di Castione (Brentonico); donazioni: 128

5. Adriano TOVAZZI: ​anni 81​​, di Volano; donazioni: 120

6. Mariano FRIZZERA: anni 83​, di Volano; donazioni: 131

​7. Alfredo MARTINI: ​anni 84 di Rovereto; donazioni: 122​













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