«PERCORSI D’ACQUA» 

Alla scoperta delle rogge e delle sorgenti 

La visita guidata organizzata dal Museo Civico per la «Settimana del pianeta terra»



ROVERETO . Non tutti forse lo sanno ma Rovereto poggia sulla roccia e sull’acqua. È questa l’interessante lezione che hanno potuto apprendere domenica scorsa i partecipanti a “Percorsi d’acqua”, un appuntamento organizzato dal Museo civico di Rovereto all’interno di un più ampio calendario di eventi per la quinta edizione della “Settimana del pianeta terra”, un festival scientifico di “geoeventi” che dal 2012 si svolge in tutta Italia. Secondo programma, Tania De Oliva, ingegnere ambientale del museo, e Lara Sisto, guida turistica, hanno accolto i partecipanti in piazza Podestà, prima tappa del tour guidato per i luoghi d’acqua di Rovereto, ma anche “visita interdisciplinare” alla scoperta del territorio urbano. Un viaggio su una duplice linea del tempo, quello storico e quello geologico. «Rovereto è stata modifica da fattori esogeni, che corrispondono ai puntini sulle “i”, piuttosto recenti, e da altri fattori accaduti milioni i di anni fa, come terremoti, smottamenti e tettonica a placche», ha spiegato Tania De Oliva, che ha affrontato il tema partendo da lontano, addirittura da Pangea, il supercontinente formato da tutti i cinque continenti prima che cominciassero a muoversi. Si è appreso che la roccia su cui poggia Rovereto è sedimentaria, dovuta a stratificazioni di sedimenti marini, ma che c’è anche l’olite di San Vigilio, un tipo di roccia formato da minuscole palline, e la roccia carbonatica. Dopo una sosta sul ponte Forbato, dove si è sottolineato il ruolo fondamentale del torrente per lo sviluppo urbanistico di Rovereto e si è accennato all’esistenza di tre rogge (la Paiari la più famosa), la comitiva ha fatto tappa in Santa Maria alla fontana delle due spine. «L’acqua cristallina che sgorga dalla fonte è quella dello Spino - precisa l’ingegnere -, una delle tre sorgenti carsiche di Rovereto: le altre due, che sgorgano nei pressi della principale, sono quella del Molino e quella dell’Orco, che deve il suo nome agli spaventosi gorgoglii nel periodo di piena». Alla fontana la guida ha svelato un particolare romantico: fu lì che il giovane Depero cercò, invano, di convincere la sua Rosetta, allora minorenne, a seguirlo a Roma. (a.t.)













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