Addio Fernando Zadra, padre della Siric
L’imprenditore aveva 90 anni, è spirato in ospedale per i postumi di un incidente domestico. Fu innovatore e caparbio
ROVERETO . A luglio avrebbe compiuto la veneranda età di 91 anni. Fernando Zadra, imprenditore e pioniere dell’industria chimica trentina, si è invece spento ieri mattina alle 8.45 all’ospedale Santa Maria del Carmine, accudito dai figli, Zadra era ricoverato da un paio di settimane in seguito a un banale incidente domestico. Come ogni mattina, aveva pedalato per un po’ sulla cyclette, ma al momento di scendere è caduto tirandosi addosso il macchinario. Sulle prime, aveva archiviato l’episodio come una semplice botta, ma alla sera non riusciva a respirare ed è stato ricoverato d’urgenza in ospedale, dove hanno scoperto che il manubrio della cyclette, colpendolo al torace, gli aveva provocato una grave lesione ad un polmone. Si era generata un’emorragia, che a fatica i medici erano riusciti a drenare. Tuttavia al passare dei giorni l’anziano ma caparbio imprenditore pareva essersi ripreso. Parlava con i familiari, era lucido e sereno, anzi aveva già dato disposizioni ai figli per i documenti che gli servivano per il rinnovo della patente di guida. Ma la sera di lunedì le sue condizioni si sono aggravate all’improvviso e al mattino Zadra è passato dal sonno alla morte. Lascia i suoi cinque figli: Mario, Paolo, Franco, Elisabetta e Claudio. Zadra, che lo scorso settembre aveva perduto la moglie Teresa Maria, è stato un personaggio di primo piano, molto discusso, amato e odiato, ma tutti gli riconoscevano una preparazione tecnica eccellente e una caparbietà non comune. Classe 1927, si era diplomato all’Iti di Trento e si era specializzato nella chimica. Assieme al fratello Antonio aveva avviato, negli anni Sessanta, la Siv Duraflex, una fabbrica di vernici e resine che nel dicembre 1968 venne distrutta da un rovinoso incendio. Dopo quell’esperienza, Zadra volle ripartire con un progetto suo, la Siric. Zadra aveva progettato tutto l’impianto e voleva mettere a frutto le conoscenze accumulate nel campo delle resine. Il primo grosso successo lo raggiunse presto, con l’introduzione delle resine alchidiche come coibentanti per le navi e le imbarcazioni. «Prima degli anni Settanta - racconta il figlio Franco - si usavano resine caratterizzate da esalazioni tossiche. Le resine alchidiche, oltre ad essere molto resistenti, non avevano esalazioni». Arrivarono poi gli anni 80, contrassegnati da due eventi chiave: l’accusa di inquinamento per uno sversamento accidentale di stirolo nell’Adige (da cui venne assolto dopo anni) e l’incendio alla Siric nel luglio 1989 che costò la vita a due operai. La magistratura mise i sigilli all’impianto e Zadra - che tentò senza successo di creare un nuovo stabilimento a Rovereto - continuò a lavorare realizzando nell’officina meccanica impianti per la produzione di resine per la Russia, la Polonia e la Costa d’Avorio. Fino al 2006, quando l’azienda dovette chiudere per fallimento. Il funerale di Fernando Zadra verrà celebrato domani alle 14 nella chiesa di Santa Maria.
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