A 88 anni riscopre la voglia di dipingere
ROVERETO . Da quasi 30 anni non toccava il pennello. Da quando è ospite della Rsa di via Vannetti, Carlo Majocchi, 88 anni, ha ripreso la sua vecchia passione, ed è tornato a disegnare e dipingere. I...
ROVERETO . Da quasi 30 anni non toccava il pennello. Da quando è ospite della Rsa di via Vannetti, Carlo Majocchi, 88 anni, ha ripreso la sua vecchia passione, ed è tornato a disegnare e dipingere. I risultati sono stati sorprendenti, tanto che la Vannetti ha organizzato una mostra personale, inaugurata ieri e aperta per due settimane alla Vannetti. Carlo Majocchi, 88 anni, è tornato a dipingere proprio da quando è ospite della casa di riposo di Rovereto, e la famiglia ha scoperto che la sua bravura è rimasta immutata. Non solo, è passato ad una nuova tecnica, dalla pittura ad olio a quella a tratto (che per diversi aspetti è anche più difficile). La mostra raccoglie alcuni dei disegni che sinora ha realizzato; tra i quadri spuntano anche tre opere realizzate quando Majocchi era più giovane: si può notare che il talento è rimasto tale e quale a quello di 30 anni fa. A stimolare Majocchi nel ritrovare la sua passione sono stati gli operatori della Rsa, che l'hanno aiutato anche a trovare soggetti (foto di Venezia, paesaggi, nature morte). La passione per l'arte c'era ancora, e basta visitare la mostra per constatarlo. “Carlo è l'esempio di come anche in casa di riposo si possa vivere con quella serenità d'animo necessaria a far ritrovare le passioni della vita – ha detto la presidente della Apsp Vannetti Daniela Roner – non è vero che le giornate qui sono vuote. La nostra struttura dà la possibilità di realizzare ciò che prima magari non si riusciva a fare” “Anche ad una certa età abbiamo carte da giocare – ha detto l'assessore del Comune di Rovereto Mauro Previdi – Carlo è l'esempio di come si possa vivere in modo diverso l'età anziana e un soggiorno in casa di riposo”. Majocchi è originario di Milano, dove ha vissuto tutta la sua vita lavorativa al quotidiano il Giorno: da ragazzo come “strillone”, poi alle rotative, ed infine negli uffici. (m.s.)